tag:blogger.com,1999:blog-33347614118411733372024-03-05T07:43:04.794+01:00Deep Inside megAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.comBlogger1119125tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-55844405246370417472019-02-19T15:29:00.000+01:002019-02-19T15:29:46.259+01:00abitudiniÈ incredibile quante abitudini prendi su, mano a mano che vivi in un determinato contesto, senza nemmeno rendertene conto…<br />
Come per esempio, l’orario dei pasti.<br />
Sono in hospice e gli orari sono praticamente quelli ospedalieri; alle 12 meno 2 minuti si pranza e alle 18 meno due minuti si cena!<br />
(questo comporta – inevitabilmente a tutta una serie di nuovi pasti che ti servono per sopravvivere tra i 2 pasti principali. Dura dare loro dei nomi, magari anche originali…<br />
Preferisco considerarmi un hobbit, alle prese con la sua seconda, o terza o quarta colazione…<br />
Poi ci sono le varie abitudini personali. Tu sarai una tipa strana e tutti dovranno abituarsi a te, ma anche tu… hai una bella sfilata di nuove persone a cui dover “prendere le misure”; come ad esempio capire se è persona ironica oppure no, se è permalosa, se prende per vero tutto quel che dici, anche quando hai la faccia da “sto mentendo” impostata già da mezzora…<br />
<br />
Adesso, ad esempio, mi sono accorta di aver preso su facilmente, l’abitudine di lasciare fermo sul tavolo il menu dei pasti che faremo tra 2 giorni, perché so che se lo avessi dato ad un’altra persona, e a non chi se ne occupa, quest’ultima sarebbe andata un minimo in crisi. Perché rovinarle la giornata per così poco?<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-59693289990809932592019-02-13T17:14:00.001+01:002019-02-24T14:07:29.252+01:00La casa dei nonni - parte terzaL'ultimo passaggio dentro la casa dei nonni era impegnato a fasciare di carta rocccia una porta della cantina per prepararla per ospitare il presepio.<br />
<br />
dalle medie in avanti, quello fu un incarico mio. mi prendevo un pomeriggio e cominciava la magia.<br />
la carta roccia creava le montagne, la stagnola i fiumi e i vari corsi d'acqua, poi il muschio, per la vegetazione ed infine arrivavano loro, i protagonisti. gli umani abitanti quella zona, colti tutti nei loro comuni momenti di vita quotidiana. chi pescava, chi accudiva alle pecore, ai maiali, alle galline... un sacco di animali ovunque, pesci nei fiumi, capre in montagna.<br />
<br />
pastori, pastori a non finire e quante pecore e capre!! alcune di esse avevano persino superato l'ultima guerra mondiale e si reggevano su piccoli mozziconi di gambe, ma DOVEVANO ESSERE NEL PRESEPIO! se lo erano guadagnato sul campo!<br />
<br />
magari, per farle stare su, studiavo un inghippo di ghiaina e muschio, che nascondevano i difetti fisici delle piccole sfortunate bestiole.<br />
<br />
mi piacea tantissimo essere l'artefice del presepio dei nonni! era il mio picccolo capolavoro, il contributo al Natale da parte i chi non cucinava,, né faceva tanto altro per quella speciale occasione.<br />
<br />
perché, diciamocelo, cosa ricordiamo di più delle nostre infanzie? sono i giorni di festa; quando la casa veniva tirata a lustro, decorata nel migliore dei modi; si cucinavano i piatti più succulenti e calorici, degli della migliore tradizione casalinga.<br />
<br />
non mancava nessuno a quelle cene di festa, tranne la volta che Alessndro si prese, credi, gli orecchioni, e dovemmo rimanere a casa nostra.<br />
<br />
fu la prima volta in cui sbattei nella "cruda realtà...". ebbene si, uno può sperare quano vuole che tutto si svolga "come da copione", ma la sfortuna può giocare una delle sue carte più antipatiche e... mandari tutto a ramengo.<br />
<br />
a 8 anni possono bastare gli orecchioni del fratellino. a 17, magari, invece è l'ictus della nonna da cui si sta appena riprendendo, poi chissà, può capitare molto, ma moto di peggio...<br />
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ma lasciamo perdere oggi, va... meglio fermarci alla preparazione del presepo, dell'albero e di imbandire casa...<br />
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la prossima volta ci siederemo atorno al tavolo, dimentichi di questi episodi tristi che possono cambiare per sempre la visione di una festa.<br />
<br />
ecco, oggi siamo scesi al piano terra... si proseguirà il tour da lì... alla prossima,,,Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-11892850849949404752019-02-11T21:52:00.000+01:002019-02-11T21:52:22.326+01:00mille cambiamenti, stessa vita e strada... forse... forse no<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8RIH7xIrkLTpcGFCNJ8NeRQ6UOXhwpWul76kQ73PH_MNuZdmnOImleVj6C_5vK7Xdaof4y2D9jmDec8MxhIgfG6GQ8AHYwCwKScpJVP7OvN5XostmkOsANl1EZhrDPdwiVWgui8SKolyA/s1600/20190210_210750.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8RIH7xIrkLTpcGFCNJ8NeRQ6UOXhwpWul76kQ73PH_MNuZdmnOImleVj6C_5vK7Xdaof4y2D9jmDec8MxhIgfG6GQ8AHYwCwKScpJVP7OvN5XostmkOsANl1EZhrDPdwiVWgui8SKolyA/s320/20190210_210750.jpg" width="320" /></a></div>
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questa che vedete qui è Mirtilla, la mia bella pastigiona di morfina n. 6.</div>
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ho anche le foto di Murphy da 1 a 5, ma non qui, non a portata di mano... per cui, please, accontentatevi di Mirtilla, tanto la sua storia è la stessa dei precedenti.</div>
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avrei voluto, con questo post, raccontarvi un sacco di cose, per cercare di riepire un sacco del vuoto che ho lasciato nel blog in questi anni, ma mi rendo conto di non farcela in un sol colpo. troppe cose accadute, troppa vita vissuta, esperienze belle e brutte, piene di cose da spiegare e che, forse, nemmeno voglio davvero spiegare proprio ora...</div>
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e così, per complicare la vita, magari partiamo dal fondo.</div>
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da dove sono ora.</div>
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in un letto in ospice, attaccata a Mirtilla fino a domani a mezzogiorno, quando una sorellina la sostituirà e io avrò un'altra dose di morfina e magari assisterò di nuvo all'assalto degli insettini bianchi o neri su per il muro della stanza, oppure al marciare tutto regolare di puntini bianchi su per le foglie del giacinto.</div>
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insomma, una bella nuova serie di allucinazioni da morfina che spunteranno fuori dal mio cervello.</div>
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ebbene si, è una settimana che mi do alla morfina, mio malgrado, dato che il dolore è insopportabile.</div>
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vorrei dirvi che ora capisco chi ha scritto "Lucy in the Sky with Diamonds", ma no... proprio non ci trovo nulla di divertente nel vedere motivi regolari muoversi su e ià per i muri, oppure avere la sensazione di vedere crescere a vista d'occhio le piante.</div>
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niente di buffo. niente di divertente. anzi, spiazzante!</div>
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voglio dire... le certezze sono quelle cose nella vita che ci danno stabilità e ci permettono di non affondare in un mare di incertezze e paure, ma se tutto quell. o che nella vita ti è sembrato sicuro...e poi non lo è più... cosa si fa? </div>
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ma poi, fossero solamente i muri sche simuovono o le piante che crescono a vista d'occhio...</div>
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è la vita che ti sfuge in modo inconsueto e per niente sereno!</div>
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l'ho anticipato, ci sono mille cose di cui parlare, e lo farò, spero, per ora mi accontento di dirvi - grandi linee - cosa non è più come prima.</div>
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le ultime scarse parole le ho scritte ad agosto, per raccontare - grandi linee - le ragioni del silenzio. ora, ammetto di non avere molta presenza di spirito per andare così intietro nel blog e leggere cosa vi ho raccontato: se tutto o se solo in parte.</div>
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facciamo così, scelgo la via brevissima. anche perché sono stanca, c'è ancora da brigare prima di sperare di dormire e via così...</div>
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il 2018 per una volta nella mia vita l'ho pensato come ad un anno che vorrei scordare. nonostante tutto, nonostante la mia vita non sia speciale,io l'ho sempre considerata un dono e mai vista male, né "sfigata", solo come una cosa data, un dono, di cui cercarne di farne il meglio possibile.</div>
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basta! fermate il mondo che voglio scendere! oh, si, l'ho pensato piu volte in questo periodo. anche con vergogna, perché significa in un certo qual modo non essere in grado di averne fatto nulla di che.</div>
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il tumore si è messo d'impegno a rompere ogni progetto di buona volontà.</div>
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ogni terapia andava a ramengo, per non dire peggio... che quando una terapia ti abbatte peggio di quanto non faccia la stessa malattia...non è affatto divertente.</div>
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vivere di trasfusioni di sangue ogni settimana, avere la pressione sotto le scarpe ogni giorno... non sapere se al mattino ci si sarebbe riuscite ad alzarsi o meno... non erano belle premesse per cercare una nuova via di vita.</div>
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si fa giugno, speri nel bel tempo e... fregatura, il bel tempo ti porta più male di prima!!</div>
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parte il male alle anche e, con esso, la paura degli antininfiammatori, perché ti fanno sudare cos' tanto da stare peggio di prima.</div>
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e caspita che impresa!</div>
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finalmente la svolta, molliamo la terapia! un piccolo raggio di sole in mezzo a questo incubo.</div>
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un po' di normaltà, meno febbre, meno sudate, efficacia degli anti infiammatori, insomma... si comincia a ragionare e sentirsi quasi normali.</div>
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una delle prime cose che ho fatto quando ho avuto 2 grammi di energia in più è stata trascinarmi fino allo Chalet e riprendere con le care vecchie abitudini: brioche, cappuccino e... ricamo.</div>
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ho avuto una estate come se fosse per me l'ultima occasione di ricamare. ho realizzato diversi progetti vecchi e nuovi; un paio di ore ogni giorno all'aperto, lì allo Chalet. aria non viziata e luce. mi mancavano!</div>
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non che tutti i mali siano migliorati. per un po' ho sognato di poter riprendere una vita quasi normale.</div>
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sono anche riuscita ad andare in montagna per una settiana, anche se rischiando un po' troppo, dato il lungo tragitto che mi spettava (al ritorno ci siamo fatte venire a prendere per sicurezza)</div>
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e poi il seguito... volevo farla breve, ma mica lo è, mannaggia!</div>
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diciamo che abbiamo iniziato a giocare con le fistole di materiale necrotico e con il dentro e fuori dall'ufficio per stare dietro a sta cosa...</div>
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e così ad ottobre, poi a dicembre, adesso addirittura ospite in ospice.</div>
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ma questo per cercare di trovare un equilibrio nel controllo del dolore.</div>
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ogni giorno una nuova pastigliona e così, sdrammatizziamo, facciamo il toto nome. come si cchiamerà quella di domani, per dire?</div>
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quella di oggi, qesta qui, si chiama Morpheus</div>
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<span style="text-align: center;"> </span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwGnXcfTUuRgXABIa7Wr4Ij9lgbhHO0ZqhwDeZgFh_aP0w30pASMjHuk8twa-cG_yAGOsNoE4k27huhyTbmWdEe_8EUBoV5MSIBzth45SbCBIfH-OANTmTRetxOMxTj9NWayc0AVII9JBC/s1600/20190211_130527-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="778" data-original-width="1600" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwGnXcfTUuRgXABIa7Wr4Ij9lgbhHO0ZqhwDeZgFh_aP0w30pASMjHuk8twa-cG_yAGOsNoE4k27huhyTbmWdEe_8EUBoV5MSIBzth45SbCBIfH-OANTmTRetxOMxTj9NWayc0AVII9JBC/s320/20190211_130527-1.jpg" width="320" /></a></div>
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domani vedremo... domani mi faranno camminare? saebbe già bello per me, visto che sono 10 giorni che sono relegata in questo letto...</div>
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insomma, vedremo, non resta altro da fare.</div>
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e, soprattutto, se vi vengono domande sulla mia salute, non esitate e fatemele. al limite rispondo con poca terminologia tecnica... ma, per favore, non chiedete in giro... dato che scopro che la gente si inventa di tutto pur di parlare a nome mio...</div>
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non lo nego, questa ultima scoperta mi ha sockata. ma con che coraggio andare in giro ad inventare, ricamare sulla salute altrui.</div>
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e se qualche parente di una certa età poi leggesse e si spaventasse...</div>
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siete pregati di farvi i fatti propri. io i miei me li faccio da tempo, e vivo benissimo.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-20161876631347139022019-02-06T16:27:00.001+01:002019-02-06T16:27:35.765+01:00ore 2 e 30 del mattino...<div style="text-align: justify;">
Metti che alle 2 e mezza di notte ti svegli e ti trovi sporca e bagnata...</div>
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Caso 1: sei a casa. Urli 4 accidenti per ogni nome di Santo ti venga in mente. Li schieri in fila in bagno con l'aureola in mano, mentre tu cerchi di venire a capo della situazione, non facilmente, visto che il problema è nella stomia che non puoi gestire da sola</div>
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Caso 2: arrivano 2 angeli vestiti di giallo e blu, oss e infermiera dell'hospice presso cui sei ricoverata, prendono per mano i santi, si scusano con loro da parte mia e li rimandano a casa con 4 pacche sulle spalle di solidarietà e poi sistemano tutto loro.</div>
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Anzi, alla fine ti fanno pure una camomilla...</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-15970017212878138862019-02-02T10:01:00.000+01:002019-02-03T11:31:59.211+01:00la casa dei nonni - parte secondaIl piano superiore era la “zona notte”: due camere da letto, il bagno, un corridoio e l’accesso alla soffitta.<br />
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Il corridoio era giusto un’area di collegamento tra i vari vani; a forma di L, terminava con un angoletto cieco in cui c’era un grande specchio, a figura intera, forse l’unico che avessi mai avuto modo di vedere in una casa privata nella mia infanzia.</div>
Non ho mai amato la mia figura riflessa (non ho mai amato le foto, nessuna riproduzione di me stessa, in pratica. Cosa abbastanza normale per chi non ha una gande autostima). Di conseguenza detestavo lo specchio in questione e spesso giocavo a passare dalla camera mia a quella dei nonni cercando di non essere catturata dalla sua infame cornice!<br />
Più o meno sopra allo specchio, si trovava la botola per andare in soffitta.<br />
Mai vista, mai frequentata, non ho idea di cosa nascondesse, ma non ne ho nemmeno mai sentito la curiosità per indagare sul posto in questione. Come se quella zona non fosse degna di attenzioni.<br />
La prima stanza salendo le scale era la mia camera. MIA… ovviamente era la stanza dove venivano ospitati tutti i nipoti in visita dai nonni, ed eventualmente anche altri ospiti.<br />
In origine era la camera da letto di mia madre e sua sorella, rimasta poi solo alla zia, quando mia madre si sposò, poi, appunto, camera degli ospiti. CAMERA MIA!!<br />
L’arredamento era molto da ragazza, avendo ospitato prima ben 2 ragazzine, poi una solamente. Forse è anche per questo che la sentivo tanto mia. NON CERTO per la mia PICCOLISSIMA mania di diritto di esclusiva sulla nonna e tutto ciò che la riguardava, nooo, certo che no!<br />
Molti dei mobili che erano in quella stanza, quando la casa fu venduta, divennero proprio i mobili della mia cameretta a casa mia.<br />
La stanza dava sul davanti della casa, che si affacciava su una strada allora molto traffcata, anche di notte.<br />
Io vivevo, invece, in una stanzetta molto tranquilla, la cui finestra si affacciava sul corridoio tra due case. Di notte da lì entravano pochissimi rumori e nessuna particolare luce.<br />
Invece, a casa dei nonni, nella MIA stanza, potevo inventare gli incubi più incredibili, grazie alle luci delle auto che entravano, si arrampicavano su per i muri, percorrevano tutto il soffitto e sparivano giù per l’altro muro.<br />
Ho sempre sofferto di insonnia e questo gioco di rumori di motori e riflessi di fanali ha contribuito tantissimo a solleticare il lato horror della mia fantasia. Magari anche loro sono elementi che hanno contribuito a creare il lupo che infestava il divano della sala sottostante…<br />
Dormire a casa della nonna era, per me, una gran festa. Un po’ perché mi toglievo di torno i fratelli piccoli, un po’ perché io vivevo in adorazione di mia nonna e di tutte le cose meravigliose che erano rinchiuse nella loro casa.<br />
La camera dei nonni era, penso, una tipica camera matrimoniale del dopo guerra: il letto, attorniato dai due comodini, un comò, un armadio... il tutto in legno di noce, che creavano una luce austera nella stanza.<br />
Non mi era permesso di entravi senza la presenza degli adulti. E ricordo poche occasioni in cui sia entrata lì. Forse quando la nonna aveva mal di testa…<br />
Poi c’era il bagno. Di quella stanza ricorderò per sempre due cose: il profumo di talco spuma di sciampagna che permeava ogni angolo di mobile, ogni asciugamano, ogni cosa con la sua fragranza. Al punto che per me Spuma di Sciampagna è il profumo di mia nonna. Ho scoperto, parlando con i miei fratelli, che per loro è la stessa cosa. Quel talco “è la nonna”.<br />
Poi con il tempo ho realizzato che molte nonne di quell’epoca venivano identificate con il talco, spessissimo proprio con Spuma di Sciampagna. Doveva avere una grandissima diffusione ai tempi.<br />
L’altro elemento mitico dei nonni era… il doccino del bidet! Il loro sanitario era dotato di un doccino posizionato al centro del fondo, in modo che, azionandolo, ci si potesse meglio lavare certe parti difficili da raggiungere.<br />
Ma a dei ragazzini come noi, poco interessava il reale utilizzo del meraviglioso getto d’acqua! Il bello era vedere quanto in alto poteva arrivare.<br />
Ovviamente questo era un gioco vietato… ma vi posso assicurare che il getto raggiungeva il soffitto!!!!<br />
Deve essere stata una delle poche volte in cui mi sono presa una sgridata dalla nonna… chissà perché.<br />
<br />
Tornando al piano terra, in fondo al corridoio si apriva una porta su quella che tutti chiamavamo “sala”; in pratica la casa dei nonni aveva due sale: quella da ricevimento per le persone di riguardo e la sala di uso più comune, quella in cui facevamo l’albero di Natale e in cui ci era anche permesso giocare.<br />
Non era sempre stata così: la situazione che descrivo, quella in cui lasciammo la casa, era il frutto di cambiamenti avvenuti nel tempo. Io ne ho vaghi ricordi, molto confusi, per cui non ci provo neanche a ricordare come fosse primaa.<br />
A sinistra una sala, con la credenza che conteneva le stoviglie del servizio buono, a destra un salottino con due poltrone, molto intimo.<br />
In questi due ambienti ci era permesso giocare a Natale: in pratica, il giorno di Natale aprivamo nella stanza i regali e lì ci giocavamo; decisamente una soluzione più comoda anche per gli adulti per non avere giocattoli tra i piedi nella stanza successiva, il soggiorno, dove veniva imbandita la tavola delle grandi occasioni.<br />
Sarà perché qui si faceva l’albero di Natale e sarà perché per me era l’unico vero abete (a casa mia c’era già in plastica), ma quella sala nel mio immaginario odorerà sempre di abete.<br />
L’albero di Natale toccava a me farlo, qualche volta con l’aiuto dei fratellini e del cuginetto. Il presepio era TUTTO MIO.<br />
Per fare il presepio, il nonno smontava una delle porte di una stanza della cantina, poi mi aiutava a ricoprirla tutta con la carta marmorizzata, impegnandoci tantissimo nel nascondere il pomello della porta stessa, perché non aveva alcuna ragione una maniglia nel bel mezzo della rappresentazione sacra.<br />
<br />
ma... sono fnita a parlarre del Natale! ma questo è un altro argomento! facciamo che interompo qui e riprendo un altro giorno!<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-68016595358359862802019-01-29T20:09:00.000+01:002019-02-02T09:31:09.277+01:00La casa dei nonni - parte prima<div style="text-align: justify;">
La casa dei miei nonni è, dovrei dire era, in quanto ormai non è più casa loro da 30 e passa anni, eppure è ancora lì, e per me questo basta per mantenere il tempo presente quando penso o parlo di lei.</div>
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Quindi, la casa dei miei nonni “è” in mattoni rossi, una struttura quasi quadrata, a vederla dalla strada, come tante altre di quell’epoca.</div>
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Come ho già detto, fu venduta ancora nel 1987, ma quando passo davanti a lei, per me è ancora “la casa dei nonni” e sogno ancora il patto che feci con mio cugino. Io diciasettenne, lui 9 anni, decidemmo che il giorno in cui saremmo diventati ricchi, l’avremmo ricomprata.</div>
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Beh, né lui, né io siamo diventati ricchi… e la casa chissà di chi sarà ora.</div>
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Nonostante siano passati così tanti anni, io spesso mi ritrovo nelle sue stanze, sia in sogno, sia in una fantasticheria ad occhi aperti. È stata così importante per me, che non riesco a tutt’oggi a staccarmene.</div>
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Aggirandomi nella fantasia tra le sue stanze, rivivo ricordi ma soprattutto affetti ed è molto emozionante.</div>
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<br /></div>
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L’entrata principale era qualcosa di off limits. Veniva aperta pochissime volte l’anno, per ospiti di riguardo. Chi era di famiglia entrava dall’entrata che si trovava sul lato destro, a cui si accedeva dalla veranda.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma visto che questo è il mio giro immaginario nella casa, per una volta, anche io voglio salire quei due gradini di marmo ed entrare dalla porta principale!</div>
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Quei due gradini di marmo mi rimarranno sempre impressi nella memoria per un ricordo che non è mio, anche se mi riguarda da vicino.</div>
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Il 18 agosto 1972 una piccola Maria Elena incavolata era seduta su quei gradini, con il mento tra le mani, immusonita come pochi, arrabbiatissima con suo padre. Lui stava portando la mamma in ospedale perché doveva nascere il fratellino (o la sorellina, ma era un fratellino, ora lo sappiamo bene!) e lei veniva lasciata a casa dei nonni, in disparte!</div>
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Una vera e propria ingiustizia! Io volevo esserci!</div>
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Ecco, davvero non ricordo questa cosa, non avevo neanche 3 anni, ma mio padre ve la racconterà volentieri ogni volta che vorrete.</div>
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Appena entrati in casa, ci si trova in un corridoio che io rivedo in ombra, sempre con poca luce, i pavimenti lustri, come nuovi.</div>
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Alla destra c’era il sottoscala, uno sgabuzzino microscopico, che occupava appunto lo spazio sotto le scale, in cui non mettevo mai naso: odiavo ed odio gli spazi ristretti, bui e magari con ragnatele. Ricordo che lì era archiviato il materiale per decorare a Natale.</div>
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A sinistra si apriva la stanza per me più misteriosa di casa dei nonni. Non so come definirla, una sala, forse. Era sempre chiusa, utilizzata raramente per gli ospiti importanti. C’era la libreria più bella che io avessi mai visto (prima che la zia comprasse la sua), un salotto in velluto verde, un tavolino da scrittoio e forse qualche altro elemento che io non ricordo più. C’era anche la moquette e quando entravi, per quanto la stanza fosse sempre impeccabile e tirata a lustro, percepivi sempre un odore di polvere da moquette. Da allora, ogni volta che entro in un ambiente con la moquette e sento quell’odore, vengo subito riportata nella stanza “davanti” della nonna.</div>
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A me quell’ambiente incuteva un certo timore, forse perché lo si usava così di rado. Ricordo che lì facevamo le foto serie, quelle con tutta la famiglia sul divano. E ricordo anche i momenti concitati per realizzare queste foto, con quattro bambini mai fermi: le classiche scene di tutte le famiglie, ma queste, ovviamente, mi sono più care, in quanto mie.</div>
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Quando dormivo a casa dei nonni, la mia stanza era proprio sopra questa sala e, non so come sia nato questo fatto, ma feci un sogno che poi è tornato a perseguitarmi ripetutamente. Non so quanti anni avessi la prima volta che lo feci. Ci ho messo anche anni per “elaborarne” alcuni elementi. Chissà quanti di voi ricordano il cartone animato di Pierino il Lupo, musiche di Prokoviev (che spero di aver scritto bene) della Disney. Ecco, quel lupo cattivo che imperversava nel cartone abitava sotto al divano della sala dei miei nonni. Mi spaventava tantissimo questa cosa e non ne parlavo con nessuno perché me ne vergognavo. Quando entravo nella sala dei nonni e dovevo sedermi sul divano (anche perché lì potevi fare poco altro… era tutto vietato), io alzavo subito le gambe e mi abbracciavo le ginocchia per non far penzolare troppo i piedi. Una qualche volta la nonna mi deve aver notato in questa posa strana e mi deve anche aver chiesto cosa stessi combinando. Non ricordo le mie risposte. Chissà se ebbi il coraggio di ammettere le mie paure.</div>
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Per oggi mi fermo qui. Spero di continuare presto, perché è tanto che sogno di mettere nero su bianco questo racconto, che non è nulla di speciale, giusto un tuffo nella memoria.</div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-4296251371011792052018-10-04T09:15:00.001+02:002018-10-04T09:15:05.017+02:00Minerva, prova di condivisione da Instagramhttps://www.instagram.com/p/BmlldeChnku/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=179z4hgrxwq2gAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-76116813519607647652018-08-13T21:30:00.000+02:002018-08-13T21:30:04.534+02:00Ciao Stella, con ritardo...è successo il 28 marzo, quindi ormai è cosa interiorizzata...<br />
<br />
ero nel letto, parlavo al telefono con mio padre e Stella era tra le mie gambe, lei scende dal letto qualcosa come 2 o 3 minuti prima che finissi la telefonata; appena finita la telefonata anche io mi alzo dal letto e...<br />
<br />
lei è lì, ai piedi del letto, stecchita... la chiamo, la richiamo, alzo la voce, ma ... mica si muove. è proprio morta!<br />
<br />
ma come??? una micia di neanche 7 anni che mi muore così!!<br />
<br />
mi ha preso il panico, ho cominciato a respirare velocemente... chiamo il veterinario, il quale, molto gentile, viene subito a casa mia<br />
<br />
ovviamente non può che constatare l'avvenuto decesso. secondo lui, quando è così improvviso si tratta o di un infarto o di un ictus<br />
<br />
io so che circa un anno prima sua sorella è morta più o meno allo stesso modo, quindi penso ad un difetto congenito...<br />
<br />
fatto sta che Stella non c'è più.<br />
<br />
la foto è di pochi giorni prima, il 25 marzo... era sempre vicino a me, mi stava appiccicata nel letto come una cozza sullo scoglio.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyvMCuGBsh28hRECBqrKUKcn-Qbw0Ur0qKweVKPJyG2I4-WUaSVexHvZmzdU4z8VCYTPwdkIkMgoJnZzAXGz3x0LenehFMAqD6dM9ZeBOIbIwdX3g5H_bh3uA9rdX_sOA4-fgfDA78gMJQ/s1600/20180305_175014.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="778" data-original-width="1600" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyvMCuGBsh28hRECBqrKUKcn-Qbw0Ur0qKweVKPJyG2I4-WUaSVexHvZmzdU4z8VCYTPwdkIkMgoJnZzAXGz3x0LenehFMAqD6dM9ZeBOIbIwdX3g5H_bh3uA9rdX_sOA4-fgfDA78gMJQ/s320/20180305_175014.jpg" width="320" /></a><br />
con il suo modo buffo di "salire" su di me: in retromarcia, prima il fondo schiena, poi tutto il resto.<br />
<br />
questo suo bisogno di simbiosi con me, ma solo sul letto!<br />
<br />
adesso, che non c'è più, sembra che Penny cerchi di sopperire alla mia mancanza di un gatto cozza e si sta provando a farla lei, la gatta cozza... ma le viene un po' così così. non è parte del suo dna, però ci prova ogni giorno, a volte pure più di una volta.<br />
con sto caldo!!!<br />
<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-51033781586210975132018-08-12T21:21:00.000+02:002018-08-12T21:21:04.683+02:00Saluti da un caldissimo agosto... dopo tantooggi, nonostante sto gran caldo (che comunque oggi è un po' attenuato, rispetto ai giorni precedenti), non so come mai, ma ho deciso di accendere il pc...<br />
<br />
sono mesi che non lo accendo. le ragioni sono tante.<br />
<br />
prima di tutto, poco dopo aver scritto l'ultimo post qui, mi sono ammalata, con una bella gastroenterite, che mi ha stesa per due o tre settimane... prostrandomi non poco.<br />
<br />
non so se, essendo portatrice di colon stomia, la malattia mi abbia preso più che una persona normale...<br />
<br />
fatto sta che a metà marzo ho iniziato una nuova terapia sperimentale per curare il tumore... che mi ha distrutta!<br />
all'inizio pensavo fossero le conseguenze della gastroenterite: ero debole, quindi più fragile.<br />
<br />
ma poi, peggiorava la situazione.<br />
<br />
pressione bassa<br />
<br />
poca fame, sempre meno, e conseguente perdita di peso<br />
<br />
emoglobina in calo e tante trasfusioni<br />
<br />
dopo due mesi la tac però mostra miglioramenti, quindi, ottimisti, i medici mi abbassano il dosaggio, sperando di tollerare meglio la terapia e continuare con i benefici<br />
<br />
arriva giugno e... un gran male alle gambe si aggiunge al resto, quasi non cammino più, non riesco a guidare, pure alzarmi dal letto è una impresa...<br />
io penso ad una infiammazione di qualcosa già presente: da diversi anni ho difficoltà con una anca, quella destra, magari si è infiammata e... boh, ha peggiorato una situazione in loco, tanto da farmi male pure la sinistra...<br />
<br />
e invece no, la tac di fine giugno dimostra che il tumore se ne è fregato della terapia a dosi ridotte ed è cresciuto, diffondendosi verso il basso, il pube, e così facendosi sentire con tanto dolore<br />
<br />
a luglio inizio una seria terapia del dolore... prima un po' l'avevo osteggiata io stessa, perché prendere certi tipi di medicinali significava fare sudate pazzesche che mi lasciavano peggio che mai... la cura per me era più pesante del risultato<br />
<br />
intanto avevo già chiesto di sospendere la terapia perché proprio non ce la faccio più... il protocollo permette di interrompere fino a sei settimane.<br />
<br />
visto che non funziona, che il tumore è cresciuto, mi hanno proprio cessato la terapia.<br />
<br />
ne inizierò una nuova il 24 luglio, nel mentre... tra antidolorifici, antiinfiammatori e senza l'effetto delle pillole della terapia sperimentale...<br />
<br />
rinasco!<br />
<br />
letteralmente!<br />
<br />
ero rimasta chiusa in casa mesi, incapace di muovermi dal letto, mi alzavo per lo stretto indispensabile e basta... leggevo e basta... negli ultimi tempi avevo portato un monitor e un lettore dvd vicino al letto e mi guardavo qualche film o serie, ma niente di più.<br />
<br />
al limite della depressione, pure...<br />
<br />
nel mezzo ci si è pure cacciata una infezione interna ad una zona di necrosi che mi ha regalato questa bella malattia, quindi pure antibiotici, va...<br />
<br />
con luglio, riesco a camminare meglio, riesco a guidare di nuovo, comincio ad uscire<br />
<br />
mi impongo la colazione fuori ogni mattina, un modo per uscire di casa e avere una meta.<br />
<br />
poi torna anche la voglia di ricamare, così con la colazione, aggiungo un paio di ore seduta all'aperto a ricamare...<br />
<br />
il male prosegue, anzi, cresce, tanto che arrivano nuovi farmaci. sono una farmacia ambulante<br />
<br />
però sto obiettivamente meglio, se non fosse per il caldo farei pure di più<br />
<br />
spero, onestamente, di tornare anche con più frequenza al blog, perché mi manca...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-59792890930697041572018-02-14T12:15:00.000+01:002018-02-14T12:15:09.402+01:00Riflessioni... bisogno di serenità<div style="text-align: justify;">
Oggi è San Valentino, la festa che più di ogni altra festa mi è sempre stata aliena, non avendo mai avuto io qualcuno con cui pensare di festeggiare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E poi chissà, magari anche lo avessi avuto, forse potrei essere nella schiera di quelli "San Valentino è tutti i giorni e non serve un giorno per festeggiare", considerando il mio buono spirito di contestazione, sempre ben pimpante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma oggi non mi importa. Nel senso che i pensieri sono orientati diversamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi "dispiace" di non festeggiare mai. Ok, sia chiaro, non è che io sia FELICE di essere sempre stata single. La verità è che io sono così per delle ragioni, tutte mie, che fanno quella che sono io oggi, che non rinnego, di conseguenza... va bene essere qui oggi sola. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Però, nonostante questo, io non riesco a fare la crociata contro una festa, solo perché a me non interessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In giro è pieno di persone che sono pronte a fare battaglie per le più assurde ragioni, tra cui questa, per dirne una.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io, personalmente, potrei capire una disputa contro San Valentino solamente tra i componenti di una coppia dove uno vuole a tutti i costi festeggiare e l'altro no (che poi... ti viene da pensare, se sei davvero una coppia, qualcosa in comune devi avere, va bene, San Valentino non è importante, ma "litigarci"... quindi anche in questo caso, alla fine... se ci ragionassi più di 2 nanosecondi... finirei per non capire la diatriba).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se una festa non ti piace. Basta non festeggiare. Fine. Lascia gli altri liberi di fare quel che pare loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se un cantante (un attore, un personaggio di spicco... chi ti pare) non ti piace, puoi dirlo (io lo faccio sempre!), ma da qui ad aggredire chi invece ne è fan... ne passa.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In generale, davvero, in questi giorni mi sento accerchiata da fomentatori di folle senza vere cause. Così, solo per il gusto di fomentare, solo per avere da dire contro qualcosa o qualcuno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, io non sono certo San Francesco, che era così "pacifico" da parlare pure con gli animali, ma... ma perché doversi a tutti i costi costruire dei nemici?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che il mondo non sia bello e buono lo so anche io. Non vivo altrove.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però non è sempre vero che sia tutto brutto e cattivo e non è urlando e aggredendo a caso che si risolve la questione delle bruttezze di questo mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Valgono di più 2 braccia silenziose che si mettono da un lato e provano a fare qualcosa di buono che mille voci urlanti contro le brutture della vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Solo che le mille voci urlanti le sentiamo tutti... e disturbano... purtroppo creano pure eco e seguaci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre le 2 braccia silenziose che intanto hanno ripulito un piccolo spazio di mondo brutto non è facile vederle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque non smetterò mai di pensare che la serenità e la tranquillità ce la creiamo noi: allontanando le voci urlanti, cercando attorno a noi il piccolo raggio di sole e provando a coltivarlo per renderlo più brillante.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E lo dico in un giorno in cui non mi sento proprio ottimista a mille. Perché ieri ho avuto conferma delle mie paure, del fatto che la mia battaglia contro la malattia continua...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Volendo, potrei stare in un angolo e lagnarmi. Vi dirò, mi sono stupita di non esserci, nell'angolo a lagnarmi (in altri momenti l'ho fatto). </div>
<div style="text-align: justify;">
Non credo di essere rassegnata. </div>
<div style="text-align: justify;">
E non credo nemmeno di essere "abituata"... non ti abitui!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Semplicemente in questo momento mi va di prenderla così, con spirito battagliero, ma positivo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nessuna voglia di farmi coinvolgere in nessuna delle spirali di odio che vedo muoversi ovunque attorno a me</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E tanta tanta voglia di positività e serenità, per poter affrontare ciò che mi aspetterà domani, che ancora non so cosa sia, per l'esattezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi... BUON SAN VALENTINO a chi ha voglia di festeggiare e basta!</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-80525734264799757142018-02-11T21:53:00.001+01:002018-02-11T21:53:10.867+01:00Baci e abbracci<p dir="ltr">Ci sono baci e abbracci e baci e abbracci...</p>
<p dir="ltr">Ci sono quelle persone che arrivano e ti salutano con tanto di bacio (magari anche 3) e super abbraccio come se tu fossi mancata loro da secoli...</p>
<p dir="ltr">... e sciolto l'abbraccio tu tu senti né più né meno come prima... tutta aria fritta... bella scena...</p>
<p dir="ltr">Poi ci sono quelle persone che quando ti abbracciano e baciano, ti stringono a sé, cercando di trattenere la tua forma nella loro, infondendoti una certa energia, facendoti davvero sentire bene.</p>
<p dir="ltr">A queste persone forse sei mancata davvero.</p>
<p dir="ltr">Queste persone vogliono davvero abbracciarti.</p>
<p dir="ltr">Dal loro abbraccio esci con qualcosa di più... stai bene</p>
<p dir="ltr">Dei primi posso benissimo fare a meno.</p>
<p dir="ltr">Dei secondi no.</p>
<p dir="ltr">Mandatemene quanti più possibile di baci e abbracci simili.</p>
<p dir="ltr">Sono una piacevole e fantastica droga di affetto e stima.</p>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-47039040703781775022018-02-08T09:23:00.000+01:002018-02-08T09:23:06.872+01:00Stuporec'è Sanremo... sinceramente me ne sono accorta perché nei social network non si dice altro. perché in sto periodo la mia tv non lavora poi troppo... e comunque anche se fossi spesso davanti al televisore... difficilmente vedrei Sanremo.<br />
<br />
non mi è mai interessato. provai una volta, negli anni 80, perché a scuola tutti lo guardavano. capii che non era per me. fine.<br />
<br />
comunque, ieri mi capita di buttare un occhio su un articolo in cui si diceva che uno schetch della prima puntata 2018 è stato copiato interamente da un Sanremo 1971.<br />
<br />
ora, io ai tempi di Sanremo 1971 avevo 0 anni... qualche mese... non l'ho certo visto.<br />
<br />
così, incuriosita, mi sono vista sia lo schetch di quest'anno, sia quello di 47 anni fa (47... anni... fa... e io ero già al mondo... ahhh)<br />
<br />
prima di tutto... il primo era meglio. a prescindere. ma non mi importa molto.<br />
<br />
ciò che mi ha sconvolto è che il primo, quello di 47 anni fa, avesse come protagonista una cantante americana e che i 2 conduttori italiani durante lo schetch si sono rivolti a lei in un perfetto inglese.<br />
<br />
non so se si fossero preparati. fatto sta che 47 anni fa alla tv nazionale, quando forse Rai1 era pure l'unico canale visibile, senza alternative, è passato uno schetch in inglese, senza traduttori, senza problemi (tanto si capiva il senso)...<br />
<br />
ora... io posso avere un po' di memoria di televisione dagli anni 80 in avanti, quando ho iniziato ad avere un'età che mi possa aver permesso di ragionare e valutare un pochino...<br />
<br />
ma sono sicura che nella tv che ho visto io negli anni 80 di conduttori che parlassero l'inglese in scioltezza ce ne fossero pochi, forse uno (Mike), e pure lui usava la traduttrice...<br />
<br />
sono rimasta stupita. nei primi anni 70 si parlava un inglese migliore che negli anni 80... almeno in tv!<br />
<br />
come mai è regredita la cosa?<br />
<br />
e mi fermo qui...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-67716276133874953132018-02-03T09:00:00.000+01:002018-02-03T09:00:03.190+01:00Ispirazione perduta - seconda parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAXLUWDQHs3zCS__e5BZzxapV6n1-8vOmS-kgcH6nHOPVWbp5w0U1aKRmYdcVrZw6S2PlJZ_fwDTqbAuDD15zdTvAv6-Xd8Bc5vE_3tM1ZzlQ0vsJSy7FVCrewT7h344VZm5XXYvH7QuwM/s1600/e717086c98.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="670" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAXLUWDQHs3zCS__e5BZzxapV6n1-8vOmS-kgcH6nHOPVWbp5w0U1aKRmYdcVrZw6S2PlJZ_fwDTqbAuDD15zdTvAv6-Xd8Bc5vE_3tM1ZzlQ0vsJSy7FVCrewT7h344VZm5XXYvH7QuwM/s320/e717086c98.jpg" width="320" /></a></div>
(segue da post di ieri)<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E oggi la
troviamo lì, seduta a quel tavolo nella piccola cucina di un appartamento di
montagna in un paesino disperso negli Appennini Tosco Romagnoli...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Che ci fa lì?
Due settimane fa è scappata dalla città in preda alla disperazione più nera.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Anche
stavolta Martina e i suoi padroni ed ospiti della grande casa di inizio novecento
sono venuti a lei con una storia molto divertente ed intrigante, simile alle
precedenti, ma senza sembrare una copiatura tanto per continuare un filone
vincente. La storia piace tantissimo a Susanna, ma qualcosa è cambiato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ogni mattina,
con la sua tazza fumante di tisana in mano, davanti al pc... i personaggi
spariscono e si rifiutano di raccontarsi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Per un'intera
settimana Susanna ha trascorso alcune ore di ogni sua mattina davanti allo
schermo bianco.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Poi ha
iniziato a fare lunghe camminate per cercare di capire cosa non vada questa
volta rispetto alle altre... ma nonostante questa introspezione, nessuna
ragione le è arrivata a spiegare il nuovo vuoto creativo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Perciò ha
deciso di cambiare aria! Via, lontano dalla città, in montagna, lontano da distrazioni.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
L'editore
quasi le rideva in faccia quando lo ha chiamato in tutta fretta per spiegare la
sua decisione. Susanna ha distrazioni? Quali? Troppe tisane? Però non se l'è sentita
di contraddire la sua preziosa scrittrice. Se non le riesce di scrivere uno dei
suoi avvincenti romanzi... qui si rischia di perdere introiti importanti!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Così, suo
malgrado, l'editore si è trasformato in agente di viaggio... ha cominciato un
giro di telefonate, seguendo le spartanissime indicazioni della sua cara
scrittrice e ha trovato per lei un piccolo appartamento in un caseggiato non
troppo malmesso in un microscopico paesuzzo sul cocuzzolo di una montagna ai
confini tra Romagna e Toscana.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Castel
dell'Alpe... 4 o 5 case in pessimo stato di conservazione. Ci si stupisce che
arrivi l'elettricità lassù... la linea telefonica fissa infatti nemmeno c'è, o
meglio, c'è in un unico immobile, una vecchia osteria che sembra uscire da un
racconto del secondo dopo guerra...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Per fortuna
con le tecnologie di oggi si può avere una connessione dati anche senza una
linea fissa!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Oh, certo,
Susanna sarebbe stata bene anche senza telefono o internet, ma l'editore
decisamente non era intenzionato a rimanere così distaccato dalla sua pupilla!
Va bene un vero eremitaggio, ma alle sue condizioni!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Nell'appartamento
tutto è estremamente essenziale. Le uniche comodità richieste da Susanna sono
state un materasso nuovo nel letto (e a ragione... quello presente al momento
dell'ispezione della casa sembrava davvero un sopravvissuto della Seconda Guerra
Mondiale!) ed una poltrona da ufficio ergonomica da mettere davanti al tavolo
in cucina per la scrittura.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
L'editore
voleva altre comodità, ma Susanna si è impuntata e ha vinto con la sua idea di
essenzialità.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ora, da 3
giorni si trova in questo microscopico paesello, poche anime, quasi tutte oltre
i 70 anni di età, 4 capre, qualche gallina, poco altro...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
L'osteria che
ci si chiede come faccia a sopravvivere in un posto così dimenticato dai
cristiani... una chiesa sempre chiusa, un piccolissimo cimitero che resiste
agli attacchi del tempo in fondo al sentiero dietro alla chiesa, nonostante
siano molti anni che nessuno viene più sepolto lì. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Dalla
finestra della cucina dell'appartamento si apre una vista meravigliosa sui
monti circostanti. È primavera inoltrata e si vedono i primi verdi alternati a
qualche albero in fiore qua e là in mezzo ai boschi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Gli uccelli
intessono un canto meraviglioso e gioioso sin dai primi raggi del sole e tutto
sembra sprizzare nuova vita, così come è sempre in primavera.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
In questi 3
giorni di permanenza, peraltro, è sempre stato bellissimo: il caldo sole di
aprile innonda il paese di pigra voglia di oziare al suo cospetto. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E i vecchi
del paese obbediscono volentieri, trascinando fuori casa la loro sedia e
sedendosi baciati dal sole, gli occhi socchiusi a godersi il tepore della
stagione che avanza.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Susanna
invece osserva parte di tutto ciò dal quadrato della finestra, in attesa che
Martina e compagnia si decidano a riprendere il racconto che avevano iniziato
nella sua mente ormai 3 settimane prima... </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
I vecchi che
dormono se li immagina. Così come si immagina le capre brucare la nuova erba e
le galline razzolare nei cortili delle case lì attorno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si immagina
un sacco di cose della piccola vita di Castel dell'Alpe, ma nulla invece del
suo nuovo libro.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ma perché? Ma
perché improvvisamente questo blocco? </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Una nuova
sensazione la assale: rabbia. Rabbia verso questa novità non richiesta. La sua
era una vita così perfetta, così ritagliata con precisione sulla sua timidezza
e sulla sua poca voglia di avere a che fare con il mondo... perché deve finire?
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si alza
all'improvviso dalla sedia, porta al lavandino la tisana e con un gesto quasi
violento, getta via il liquido colorato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Vorrebbe
anche buttare la tazza, ma il suo buonsenso innato le fa notare che in casa ci
saranno si e no 3 tazze, se inizia a lanciarle in giro... la sua dipendenza da
the e tisane rischia di essere messa a dura prova.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
A grandi
passi si allontana dalla cucina, afferra una giacca ed esce all'aperto. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
È tarda
mattinata e la porta della casa è in pieno sole. Un tiepido raggio gentile le
scalda subito il viso. Susanna chiude gli occhi e scende quasi in trance i 3
scalini che la portano alla strada. Riaperti gli occhi si incammina senza meta.
Il suo cervello è stranamente vuoto. Lei che pensa sempre a qualcosa... ad una
nuova storia, al libro che sta leggendo, a cosa mettersi domani, a cosa
cucinare per cena... un cervello che non pensa sembra quasi inutile...
eppure... eppure mentre un passo si sussegue all'altro... la mente di Susanna
si libera e rimane silenziosa.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ma non è un
vero vuoto, quello che ha preso casa dentro di lei. È piuttosto uno stare in
ascolto. I cinguettii degli uccelli, i sassi sotto i piedi, i dialoghi distanti
di due persone, un cane che abbaia, il vento tra gli alberi...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Non esiste
vuoto, ecco, questo per Susanna è già più accettabile. Non è assenza, ma
ascolto. È entrare in sintonia con ciò che la circonda.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Non è certo
qualcosa che le capita spesso, in effetti. Di solito lei è tutta proiettata
dentro sé stessa... l'esterno è un “di più” necessario ma non importante... più
che altro utile per pensare a come utilizzare le parole poi nei suoi libri... </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
I passi la
portano fuori dal caseggiato, in campagna, ai bordi di un campo, verso una macchia
di alberi che si sta inverdendo rapidamente con nuove foglioline brillanti che
catturano e rilanciano tutt'intorno i raggi del sole, rendendo la luce di uno
strano ed eccitante verde.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Susanna
inizia a respirare a pieni polmoni, come se non lo avesse mai fatto prima. Le
sembra di far entrare qualcosa di nuovo dentro sé.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si ferma, di
nuovo chiude gli occhi, ma con il volto rivolto all'altro, verso le nuove
chiome degli alberi. E respira ancora. E ancora. E ancora.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Un ricordo fa
breccia dentro di sé. Una Susanna bambina, a casa dei nonni in estate, che
corre e si diverte tra i filari delle viti e dentro i frutteti a rubare i primi
frutti maturi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Nei campi in
agosto dopo la raccolta dei cocomeri, insieme alle sue cugine a prendere i
cocomeri più piccoli, scartati perché non vendibili, a lanciarli a terra con
forza per spaccarli e poi l'intera faccia dentro per mangiarne il rosso interno
zuccherino. E le successive risate con i volti sporchi di succo rosso.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si appoggia
con la schiena ad un albero e riapre gli occhi. Non ricordava queste cose da...
non le aveva forse mai ricordate.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
La sua
infanzia è qualcosa di lontano, come fosse una storia non sua. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Quando è
accaduto che mi sono chiusa in me stessa e ho smesso di vedere attorno a me? Si
chiede...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Lo sguardo
perso davanti a lei, che vede tutto ma non nota niente, perché la sua mente ora
è impegnata a stupirsi di questa sua strana rivelazione... di questo suo
ricordare un passato dimenticato senza nemmeno una ragione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E Martina, la
servetta di inizio novecento, si materializza davanti a lei. Si, stavolta non è
nella sua mente, ma di fronte a lei, come un essere vero, reale. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Una parte
della mente di Susanna è certa di essere decisamente prossima alla pazzia,
un'altra, quella che al momento ha le redini della situazione, accetta la cosa
come plausibile. Si, ovvio, è una allucinazione, ma... ora come ora ci sta...
sono così “stordita” dal caldo, dalla luce, dai ricordi improvvisi... prendiamo
anche una bella allucinazione e vediamo cosa succede.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
“Sei tornata,
ti aspetto da giorni per poter scrivere le tue avventure... mi sei mancata”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
“Ero lì, sono
sempre lì. Mi hai creata tu.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
“Già, ma
perché dover arrivare fin qua per ritrovarti?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
“Forse è ora
che oltre a me ed ai miei padroni, tu cominci a frequentare anche persone vere,
non credi? Pensi che 2 amiche dell'infanzia siano sufficienti? Non senti la
voglia di parlare con vere persone? Non ti stanchi di noi, che ti diamo
risposte che già sai?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Susanna
guarda svanire nel niente Martina... costretta a far parlare i miei personaggi
per svegliarmi da un lungo sonno... ahhh... sono proprio messa bene.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Di nuovo
senza pensieri le gambe la riportano verso casa. Entra e viene avvolta dal
freddo dell'appartamento, in contrasto con il caldo del sole esterno. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si avvicina
alla stufa presente in cucina e dà fuoco alla legna già preparata per questo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Poi torna al
tavolo dove il computer è ancora aperto, anche se spento dalla lunga
inattività. Chiude il portatile e prende il telefono...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si avvicina
alla finestra mentre compone un numero che non faceva da tantissimo tempo. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
“Ciao Aurora,
come stai? Sono secoli che non ci sentiamo eh? Sai, proprio poco fa mi è venuto
in mente quando da piccole mangiavamo i cocomeri nei campi...”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E mentre
parla di cose lontane con una cugina che non sente da molti anni... in un
angolo della mente vede Martina sorridere... bene, domani il libro inizierà... </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Il blocco è
finito. E un po' del ghiaccio del mio cuore è sciolto... bella sensazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
- fine - </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-66477500104861242562018-02-02T09:10:00.001+01:002018-02-02T09:10:16.505+01:00Ispirazione perduta - prima parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzNoOhj6dSaOSyZnbzIRkmXG-X2sVYwMIQTNhf34mbTF09GX7LzXmm1PbJ6SJbvpOffkEq1OXjphyQ4awDNfoM4RL5fgKtNJkQez7iNAyaa1h0rIKwh7opqZI2_wSQJZahUnR9ko2-C-0u/s1600/e717086c98.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="670" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzNoOhj6dSaOSyZnbzIRkmXG-X2sVYwMIQTNhf34mbTF09GX7LzXmm1PbJ6SJbvpOffkEq1OXjphyQ4awDNfoM4RL5fgKtNJkQez7iNAyaa1h0rIKwh7opqZI2_wSQJZahUnR9ko2-C-0u/s320/e717086c98.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Lei è Susanna
ed è in crisi, ma non sa proprio perché...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Seduta alla
sedia della cucinetta, sul tavolo davanti a sé ha il portatile aperto, sul
programma di videoscrittura e una pagina bianca la fissa imperterrita,
ostinatamente bianca, senza nemmeno una parola ad iniziare la storia che gira
nella testa di Susanna da settimane ma non vuole proprio uscire.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Seduta a
quella sedia, con davanti il portatile, ma lo sguardo perso, perso al di là
della finestra, oltre l'orizzonte di quel panorama montano che ha cercato tanto
sperando che fosse di aiuto in questo strano “blocco dello scrittore” che mai
prima d'ora si era verificato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si, Susanna
scrive. Non è che abbia sempre pensato di fare la scrittrice, tutt'altro! Fino
a 10 anni prima di oggi, per lei i libri erano i migliori compagni di vita. Era
una bibliotecaria e adorava rimanere sepolta tra i libri, registrarli,
verificare che i lettori che li avevano avuti in prestito non li avessero
segnati, scarabocchiati o rovinati, metterli in ordine sugli scaffali e...
portarseli a sua volta a casa!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ogni giorno
Susanna lasciava la biblioteca con 2 o 3 libri in borsa, ansiosa di arrivare a
casa e aggiungerli alla pila di libri da leggere sul comodino. Si, perché,
siamo onesti... va bene amare i libri e leggerli in ogni momento possibile, ma
la verità è che erano più i libri che arrivavano a casa di quelli che riusciva
a leggere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Tanto che la
pila sul comodino, dopo qualche tempo, cominciò a prendere inquietanti pendenze
e rischiare di rovinare a terra rompendo lampada, sveglia e quant'altro lungo
il percorso del crollo...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Così, un bel
giorno Susanna guardò la precaria pila e prese una decisione “drastica” portare
a casa solo 2 libri a settimana.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Dopo qualche
tempo la decisione mutò: meglio portarne a casa solo 2 al mese... </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Per
un'accanita accaparratrice di carta stampata, quale lei era, questi propositi
assunsero come la forma di una disintossicazione da una dipendenza seria.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
La pila sul
comodino calava, Susanna continuava a leggere quanto prima, ma... ma il tempo
dedicato alla scelta di nuovi libri era drasticamente diminuito e lasciava
nella sua mente un incredibile vuoto che urlava di essere riempito.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E fu così che
accadde... quel “vuoto” si trovò improvvisamente animato da personaggi, prima
di tutti Martina, piccola servetta di inizio Novecento presso una casa
benestante di una cittadina di provincia dove si muovevano tutti i protagonisti
che presto Susanna avrebbe imparato a conoscere molto bene.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Come dal
nulla si trovò ad immaginare e vedere dentro la sua mente le storie di uomini e
donne di più di cent’anni prima e, quasi senza sapere in quale modo, Susanna si
trovò a scrivere il primo racconto. Di getto, una pagina dietro l'altra, senza
sosta, perché doveva “inseguire” questi personaggi che, quasi non
appartenessero alla sua fantasia, vivevano di vita propria dentro la sua mente.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Se voleva
raccontare la storia che le era venuta alla mente, doveva correre per stare
dietro ai volitivi protagonisti, i quali non avevano alcuna intenzione di sedersi
e aspettare i comodi della nostra bibliotecaria.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E così in
circa un mese di sessioni notturne al computer, 3 o 4 ore ogni notte, le
occhiaie che – se mai qualcuno avesse avuto voglia di fissare il volto della
nostra sfuggente bibliotecaria – avrebbero indicato un improvviso nuovo stile
di vita, decisamente caratterizzato da poco sonno, la storia si trovava in un
file del pc.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Poi seguirono
alcune settimane di rilettura e aggiustamenti, perché risultò evidente che
inseguire i personaggi non faceva bene allo stile narrativo. Serviva qualche
limata, qualche accorgimento qua e là.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
E poi? Cosa
si fa quando si ha scritto una storia? Susanna si trovò improvvisamente
compagna di una storia che le sembrava ben scritta, questo usando il suo metro
di valutazione di buona lettrice, ma senza sapere cosa farne.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Una bella
storia non può rimanere nascosta. Deve poter andare in giro e raggiungere i
suoi potenziali lettori.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Con la
fortuna del principiante che non sa praticamente cosa sta facendo, Susanna
inviò il file ad un paio di editori ed uno le pubblicò il libro.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
In poco tempo
la sua storia riscontrò il favore del pubblico e Martina la servetta tornò a
“bussare” alla fantasia di Susanna.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Questa volta,
però, decise di prendersi una pausa dal lavoro in biblioteca: scrivere di notte
non faceva per lei; era una donna con uno stile di vita molto semplice che
necessitava le sue belle ore di riposo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Quindi, forte
di un periodo di aspettativa, iniziò quella che sarebbe presto diventata la
routine di molti mesi negli anni a venire.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Si alzava di
buon'ora, usciva di casa, andava a fare colazione al bar, leggendo
distrattamente le notizie del quotidiano locale, poi, terminata la colazione,
con molta calma tornava a casa, si cambiava in abiti estremamente comodi,
accendeva il computer mentre il bollitore scaldava l'acqua per la prima di
diverse tisane della giornata. Al momento di digitare la password, la bustina
della tisana era già in infusione. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ora che il
file era aperto, pronto per ricevere le nuove vicende di Martina e compagnia,
la tisana era pronta e tra le mani di Susanna. Leggendo le ultime righe scritte
il giorno prima, provava a sorseggiare il liquido ancora troppo bollente, poi
distrattamente, quasi in trance, la mano depositava a lato la tazza ancora
fumante, le 10 dita si sistemavano sulla tastiera; nella mente di Susanna
apparivano i personaggi e cominciavano la loro “vita virtuale” e lei si
accaniva con voracità sulla tastiera per stare dietro alle loro vicende.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ecco, la vena
creativa di Susanna funzionava così. Quasi indipendentemente dalla sua volontà,
in una mattinata, con almeno 2 tisane bevute distrattamente tra una pagina e
l'altra scritta di getto, i libri di Susanna prendevano la prima forma.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
A cui poi
seguiva una fase di pulitura, così come successe nel primo libro.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Ogni anno, da
circa 10 anni, Susanna era stata la gallina dalle uova d'oro per il suo
editore. Un libro all'anno, a volte pure 2, storie che avevano trovato un
nutrito seguito di appassionati che non vedevano l'ora di scoprire cosa sarebbe
accaduto nella casa medio borghese della cittadina di provincia all'inizio del
ventesimo secolo...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Dopo il
secondo libro, Susanna aveva avuto il coraggio di lasciare il lavoro in
biblioteca. Ora poteva permettersi di vivere dei diritti d'autore. D'altronde la
sua non è certo una vita molto dispendiosa... non ama uscire spesso la sera,
non ha un grandissimo giro di amicizie, anzi, si può proprio dire che conduca
una vita più simile a quella di un eremita che altro. Ci si potrebbe chiedere
cosa faccia in città una donna così ritrosa ai rapporti sociali. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
I pochi
momenti di contatto umano si limitano alle poche parole scambiate con la
barista al mattino a colazione, ai convenevoli del caso con la signora che si
occupa di mantenere ad un livello di vivibilità l'appartamento di Susanna, le
rare chiacchierate al telefono con le amiche di vecchia data e i dialoghi con
il suo editore.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Per
l'editore, appunto, questo carattere schivo della sua autrice più prolifica e
di punta era il difetto più grande contro cui combattere: solo dopo il primo
libro osò provare a organizzare qualche incontro tra l'autrice ed i lettori, ma
rinunciò subito quando si accorse delle facce stralunate dei lettori che
sentivano Susanna dire che i personaggi “le arrivavano in testa con la storia già
bella che formata”... lui stesso detestava tali ridicole affermazioni, ma era
evidente che la sua scrittrice ci credeva e ci crede tutt'ora... quindi...
scelse per lei una linea editoriale in cui nascondere l'autrice dietro un'aura
di mistero, lasciando ai lettori la fantasia di riempire i silenzi dell'autrice
al di fuori delle storie scritte con quanto più gradivano loro stessi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
10 anni
passati così: scrivere, aggiustare... aspettare la nuova ispirazione, magari
facendo un piccolo viaggio. Montagna, un paese europeo che ispira la fantasia
di lettrice ancora oggi accanita, nonostante il tanto impegno nella scrittura. </div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
Mai nulla di
esagerato, non è nelle corde della nostra Susanna. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
(segue)</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-68034388383871475102018-01-31T15:00:00.000+01:002018-01-31T15:00:04.020+01:00Birba...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvLRRg5hhkRk4Xighepxajt04PG-Qsm9N2kV4sqIRbhhvkcHhWZ0ZQVoJlZQ_rBRCjCxSiLtPvdL1tTV3mWX9NZHvsS0bur1ckiLLYiaPtK8n-vhkvgrb02fwthimkQB90-pVienwUyYKl/s1600/12647295_10208440608963411_2433862573045997970_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvLRRg5hhkRk4Xighepxajt04PG-Qsm9N2kV4sqIRbhhvkcHhWZ0ZQVoJlZQ_rBRCjCxSiLtPvdL1tTV3mWX9NZHvsS0bur1ckiLLYiaPtK8n-vhkvgrb02fwthimkQB90-pVienwUyYKl/s320/12647295_10208440608963411_2433862573045997970_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
non ci ho mai messo così tanto a scrivere di un micio che non c'è più... Birba è morta ad ottobre ed io ancora non le ho fatto il mio "classico post elegiaco". e mi sento in difetto per questo.<br />
<br />
è stata una dipartita "strana", anche avventurosa, per la mia piccola micia.<br />
<br />
la vecchiaia certamente le dava dei vuoti di memoria... usciva di casa (non abbiamo mai capito come facesse a lasciare il giardino, perché è sempre stata brava a non farsi scoprire... e negli anni non so dire quante volte abbiamo cercato di "tappare tutte le vie di fuga", ma niente da fare!) per poi non riuscire più a tornare...<br />
<br />
per questo ho provato anche a tenerla in casa mia, su al secondo piano, un "mesetto di prigionia". vissuto proprio come tale per lei, nonostante fosse tutto aperto e disponibile e nonostante pure le gatte di casa - che con lei non avevano un grande feeling - la lasciassero abbastanza in pace (vorrei dire "completamente", ma non è vero... Stella ogni tanto andava a rompere le balle... è più forte di lei, è una rompiballe, Stella!)<br />
<br />
così dopo un mese, mi si spezzava il cuore a sentirla piangere in casa e le ho riconcesso la porta aperta e la via verso il giardino... ma è durata poco<br />
<br />
di nuovo spariva per poi tornare dopo molte ore disidratata ed affamata... la malattia la stava consumando, perché si, c'era palesemente una malattia già molto avanzata... ed io ero combattuta tra il portarla dal veterinario, consapevole che per lei il viaggio sarebbe stato un fortissimo shock e il lasciarla ai suoi ultimi giorni, cercando solo che non soffrisse troppo...<br />
<br />
Birba abbiamo sempre dovuto trattarla come un gatto di strada con il veterinario, perché lei si agitava fortissimamente ad ogni sua visita, anche se non veniva per lei.<br />
dovevamo chiuderla per tempo in una gabbia ad ogni visita, per essere sicuri che lei non scappasse.<br />
<br />
soffriva tantissimo l'auto... con conseguenze poco gradevoli anche per gli umani, e non parlo dei pianti, già quelli strazianti...<br />
<br />
insomma... in quei giorni mi chiedevo se poteva sopportare un trasporto in auto o se le sarebbe stato molto più shockante che utile...<br />
<br />
e intanto Birba scompare... e non torna... per giorni... io la penso morta e cerco disperatamente una foto sua per poter mettere dei messaggi per strada, ma la sfortuna vuole che tutte le mie foto siano dentro ad un pc che... una certa gatta Penny aveva rotto poco prima ed era in attesa di poter fare il recupero dati.<br />
<br />
finalmente un lunedì Facebook mi offre un ricordo con una sua foto che avevo scordato... creo subito un paio di volantini e li metto per strada e scopro cosa è successo.<br />
<br />
di questo ho parlato già nei giorni immediatamente successivi al fatto, perché l'episodio mi ha permesso di scoprire che nella mia via abitano "almeno" 2 persone di gran cuore.<br />
<br />
fatto sta che proprio quel giorno Birba era stata trovata, in pessime condizioni, portata da un veterinario quale gatto randagio e - constatate le pessime condizioni... - messa a dormire per sempre.<br />
<br />
io sono arrivata la sera dal veterinario in questione e mi sono sentita dire ciò, con un certo senso di sollievo, per un verso, e di dispiacere per l'altro... sollievo sapendo che la mia piccola peste è stata aiutata nei suoi ultimi momenti. dispiacere perché avrei voluto esserle d'aiuto di più, ma evidentemente la sua ultima passeggiata si è trasformata in una di quelle orrende avventure che si leggono sul giornale anche per gli esseri umani: anziano esce di casa e non torna...<br />
<br />
la partenza di Birba segna per me la fine dei "primi gatti" di casa. Merlino, Morgan e Birba erano i miei primi gatti da indipendente... erano il mio "inizio" e ora non c'è più nessuno di loro.<br />
<br />
la mia vita non è certo a corto di gatti... Stella e Penny fanno in modo di farmi costantemente sentire la loro presenza e le adoro.<br />
<br />
e magari non saranno nemmeno le sole e ne arriveranno altri...<br />
<br />
però è innegabile, i "primi" ti lasciano una bella impronta nell'anima. Merlino, Morgan e Birba lo hanno fatto ognuno in modo estremamente personale.<br />
Merlino la mia ombra, il mio alter ego felino, non so se ci sarà un gatto che mi amerà così tanto come lui ha amato me. in modo inequivocabile.<br />
Morgan il Bastardo, che mi ha fatto penare per le sue assenze, spendere per le sue malattie, e piangere per la sua pesantissima morte.<br />
Birba, asociale con tutti gli umani tranne 3, incapace di relazionarsi con le femmine della sua specie, gran maschiaccio e con un miao che mi ricordava i giochini per neonati e i loro "squick"...<br />
<br />
mancano e sanno mancare, ecco!Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-69679042214065097572018-01-29T09:18:00.001+01:002018-01-29T09:18:22.195+01:00"amarcord"?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEAGNUc9hkM5KyYfF6Vt4-FRYXQy2rWuB2VLLG4fG6Kl_HexwRVY8lfjP0PfsUmBbF-G63L9elIDBEdLQ_VFs7RvydgkbZBTUihqT_kvUr4iZa4i9EGpM7zozBGeyYMXJhlSgVSfMiz4y/s1600/IMG-20171231-WA0024.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEAGNUc9hkM5KyYfF6Vt4-FRYXQy2rWuB2VLLG4fG6Kl_HexwRVY8lfjP0PfsUmBbF-G63L9elIDBEdLQ_VFs7RvydgkbZBTUihqT_kvUr4iZa4i9EGpM7zozBGeyYMXJhlSgVSfMiz4y/s320/IMG-20171231-WA0024.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
in questa foto qui io sono al centro, maglione scuro, sorridente come se niente fosse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
ho 23 anni, se non sbaglio, e sono perfettamente a mio agio in mezzo ai miei amici del Cestud.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
per chi guarda la foto, si tratta di una normale foto di ragazzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
per me è qualcosa di sorprendente, invece.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
perché io in tutte le mie foto, dall'adolescenza in avanti, ho sempre una faccia più o meno definibile "ma devo proprio farla? devo proprio esserci io in sta foto?".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
ho sempre odiato fare foto. ho sempre cercato di svicolare ogni obiettivo di macchina fotografica... </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
e si vede, almeno io, consapevole di ciò, nelle mie foto lo vedo. vedo che sono lì contro la mia volontà, vedo i lati della bocca alzati per forza, vedo lo sguardo che cerca di fissare qualcosa per dimenticarsi della ragione perché siamo tutti lì fermi e dimenticarmi che stanno per farmi la foto...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
in questa foto invece no, non me ne frega nulla, anzi, sono felice, a mio agio, ci voglio essere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
la riguardo dopo 24 anni e sono in parte allibita di trovare una mia foto "felice e naturale", anche perché io questa foto non l'avevo mai vista ai tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
in parte mi ridà la prova di quanto fossi a mio agio in quel gruppo di studenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
eravamo tutti diversi, come è giusto che sia: siamo tutti diversi, non esiste uniformità. ma io, in mezzo a loro, forse per una volta, ero la me stessa che non osavo mai essere altrove.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
è questa la vera differenza: ero io la vera differenza. in mezzo a loro molte mie paranoie cadevano e mi lasciavo vivere con più leggerezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
guardando indietro in prospettiva, so che quegli incontri furono per me fondamentali, perché lì iniziai a lavorare e a rompere un certo guscio che mi ero rinforzata per anni e anni, per isolarmi dal mondo evitando così che il mondo mi facesse male. peccato che l'isolamento porti più danno all'isolato che a chiunque altro... </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
non sono certo diventata un essere improvvisamente socievole. io rimango una persona fondamentalmente solitaria e che ama molto la solitudine, ma ho imparato l'importanza di avere amici, anche pochi, anche selezionati ma buoni. ci vuole qualcuno con cui parlare, confrontarsi, sfogarsi, ridere e scherzare e anche piangere, quando serve.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
prima di allora non posso dire di averne avuti, di veri amici. oh, certo, conoscenze a volontà. e anche qualche persona più vicina, che magari poteva essere vista come un amico. ma ero io quella che metteva il muro. quella che impediva che la relazione fosse più intima. che si toccassero anche aspetti personali, se serviva (non è necessario, ma è bello sapere di poterlo fare).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
dopo il Cestud, forse per anni ho continuato la mia vita solitaria. la maggior parte degli amici conosciuti allora li ho persi, ognuno di noi ad inseguire le proprie vite, in un'epoca in cui ancora non c'erano i cellulari e i social network che potessero aiutare a tenere qualche legame.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
con l'arrivo dei social network, qualcuno si è riaffacciato, ma come conoscenza, dopo tutti questi anni. come qualcuno che dopo tanto tempo ti fa piacere reincontrare, rimanendo però ognuno per conto proprio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
nel frattempo ho stretto legami che posso davvero definire amicizie. ne ho stretti e ne ho sciolti, come è normale che sia...</div>
<div style="text-align: justify;">
sicuramente sono diventata un essere più socievole...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
sabato ci siamo rivisti con i ragazzi del Cestud. ragazzi... viaggiamo tutti sopra i 40 e forse la maggior parte sono pure sopra i 50 (io sono di poco sotto)...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
come ha detto uno di noi, la cosa bella dell'incontro è che la sensazione non è dell'incontro di "commilitoni" che si ritrovano per ricordare i bei tempi che furono e brindare a qualcosa che non c'è più e non tornerà più.</div>
<div style="text-align: justify;">
tra di noi, invece, è tornata subito l'intesa del tempo che era, nemmeno ci conoscevamo tutti, visto che l'associazione ha vissuto per almeno 2 decadi e ha visto passare studenti di varie età, ma abbiamo in noi una sorta di impronta comune, un modo di essere che ci accomuna in qualche maniera.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
e la voglia di non finirla qui. di continuare in qualche maniera... di trovare ancora il modo di essere differenti e fare la differenza, come all'epoca eravamo differenti e "facevamo la differenza" in facoltà.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
un incontro che ha avuto per me il sapore di pasta in lievitazione... di qualcosa che sta per diventare più grande, diversa, migliore...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
e tutto il tempo con la sensazione di qualcuno che da lassù ci guardasse e sorridesse soddisfatto del lavoro da lui svolto. Maurizio, sicuramente tu nella gabbia del leone dei Giardini Margherita c'eri... sono sicura! in mezzo a noi ad ascoltarci...</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-2495177009021318292018-01-05T12:15:00.003+01:002018-01-05T12:15:45.358+01:00Stanca... un po' esasperata, ecco...niente di che, per carità, tutto sommato la vita mi sta anche andando bene, se guardo indietro e penso ai momenti davvero critici di questi ultimi tempi.<br />
<br />
però, nonostante questo, io sono semplicemente stanca.<br />
<br />
stanca di avere una rogna ogni giorno da dover gestire, stanca di sentire sempre male almeno in un punto del corpo (per non dire almeno in 5 o 6) ogni giorno, stanca di essere fiacca, stanca di non dormire mai a dovere, stanca di dover sempre rompere le balle a chi mi segue perché spuntano fuori robe per le quali non so se farmi venire un accidente o dire "ma si, dai... anche questa va"...<br />
<br />
davvero, in questi giorni sogno un giorno, solo uno, in cui mi alzo, faccio le mie cose normali, arrivo a sera e vado a letto e basta. senza inciampi. senza niente di che.<br />
<br />
da quattro anni a questa parte, chiedere questo sembra davvero chiedere qualcosa di prezioso.<br />
<br />
ma arriverà un giorno così! un giorno normale, senza niente.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-44774842485046672472017-12-24T19:32:00.002+01:002017-12-24T19:32:45.689+01:00Calendario dell'Avvento - giorno 24<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkXGmmgwNAYeceydrL1tAutIqi_TNkdIP7bRH5S6UlX6BdTE6I45W6zYvqT0LsiGKyCNoJM3mYagPkPtm_X0o7X8J1Hj7SuQFjv1zpd88jiQcSMe9vsNf7jJgzKk5nHxElT3v1hS_XwoKO/s1600/20171220_192720.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkXGmmgwNAYeceydrL1tAutIqi_TNkdIP7bRH5S6UlX6BdTE6I45W6zYvqT0LsiGKyCNoJM3mYagPkPtm_X0o7X8J1Hj7SuQFjv1zpd88jiQcSMe9vsNf7jJgzKk5nHxElT3v1hS_XwoKO/s320/20171220_192720.jpg" width="180" /></a></div>
<br />
come ieri continuo ad essere fuori forma e dormo, dormo solo... va meglio di ieri, perché gli acciacchi si stanno attenuando, ma a parte quello, io non sto vivendo certo l'atmosfera del Natale, me la sto dormendo...<br />
<br />
vediamo se i Minions saranno d'aiuto...<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/97pYJQxfAY8" width="480"></iframe></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-56031990550058007302017-12-23T20:11:00.003+01:002017-12-23T20:11:56.296+01:00Calendario dell'Avvento - giorno 23<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimJ-WwGCZ1nzSDNc3vjPeMWEStnRqqG2D8erg6DtfSqVsf0WV1OBA0wz-Sy-57lCIbUEdzydKy1Jv3CnrgYlfzqW2p_P763e-VpvDWvbR-C5uFVZM5IqYu2Lwjb9PLwYkuiqPf-YmxXuMR/s1600/20171220_192724.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimJ-WwGCZ1nzSDNc3vjPeMWEStnRqqG2D8erg6DtfSqVsf0WV1OBA0wz-Sy-57lCIbUEdzydKy1Jv3CnrgYlfzqW2p_P763e-VpvDWvbR-C5uFVZM5IqYu2Lwjb9PLwYkuiqPf-YmxXuMR/s320/20171220_192724.jpg" width="180" /></a></div>
<br />
Ve lo dico in tutta sincerità, io oggi il calendario non ho tanta voglia di farlo... non è una bella giornata.<br />
<br />
febbre e altre rogne che non sto a raccontarvi... non mali di stagione, mali MIEI...<br />
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per fortuna che la mia oncologa è una che non si nasconde dietro ad un sabato o ad un'ora indecente notturna (ieri sera messaggiavo con lei che erano ormai più le 11 di notte che le 10...), così anche se sono agitata, almeno mi sento seguita a dovere e non abbandonata senza sapere nulla di ciò che mi accade<br />
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quindi... giornata a letto. clima natalizio meno mille... nervoso altino...<br />
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però ho scovato questa bella versione "etnica" di mon bon sapin... mi piace!<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-82712788139597641222017-12-22T19:26:00.003+01:002017-12-22T19:26:48.287+01:00Calendario dell'Avvento - giorno 22<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNKsQNceol509X03wjok-zyJSrvrXb9HnEUk10-cJdjATb8mhuBaeGjzz9G8S7enu2HYBFtcG4cueQeqq_Du9pH0OvXbhMmzy4N96x3zB9rtQcfbZO3IABWSBdRbchCGnN3IpBQzSDWhU5/s1600/20171220_192727.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNKsQNceol509X03wjok-zyJSrvrXb9HnEUk10-cJdjATb8mhuBaeGjzz9G8S7enu2HYBFtcG4cueQeqq_Du9pH0OvXbhMmzy4N96x3zB9rtQcfbZO3IABWSBdRbchCGnN3IpBQzSDWhU5/s320/20171220_192727.jpg" width="180" /></a></div>
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venerdì, fine settimana lavorativa, ma anche fine dei 3 giorni di radioterapia e la cosa mi consola molto!<br />
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ora devo solo aspettare la prossima tac (non ancora fissata) per scoprire se la terapia ha funzionato. bazzecole, no???<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-16514051597029068462017-12-22T12:59:00.001+01:002017-12-22T12:59:09.892+01:00le persone che sanno cambiarti la vitaquesto può prospettarsi come il post più lungo e più noioso che io abbia mai scritto, ma penso di scriverlo da diversi giorni.<br />
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da domenica, per l'esattezza, quando mi è giunta la notizia della morte di Maurizio Rosa, il professore universitario che fondò l'associazione studentesca CESTUD e con cui mi sono laureata.<br />
l'unico professore che in tanti anni di università è uscito dal ruolo di docente ed ha avuto anche ruoli più importanti nella mia vita.<br />
diciamo che è anche grazie a lui e ai suoi insegnamenti se ho imparato molte cose di me e di come si fa a vivere.<br />
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per poter spiegare, anche se dubito che riuscirò mai a trasmettere davvero ciò che lui e il CESTUD sono stati per me, devo partire dal 1992, giusto per andare ben indietro nel tempo.<br />
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all'inizio di quell'anno io avevo 21 anni e mi feci 15 giorni in Francia, una settimana in Bretagna (al seguito di una scolaresca di ragazzini del colège dodici/tredicenni) non so bene a spese di chi, perché io non tirai fuori un soldo... poi una settimana nella periferia di Chartres, presso una famiglia di amici (di famiglia, tanto per essere ripetitiva), durante la quale non uscii quasi mai, perché non sapevo come muovermi, dove andare, cosa fare...<br />
<br />
in pratica, quando tornai a casa, a parte i soldi del biglietto del treno, potei restituire a mio padre quasi tutto quello che mi aveva dato.<br />
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questo fu "perfetto", perché potei chiedergli pochissime settimane dopo di andare a Ginevra con il CESTUD, associazione studentesca che organizzava una settimana in Svizzera a visitare multinazionali.<br />
l'unica cosa "universitaria" che non fosse studiare su libri e dispense, l'unico assaggio di realtà in un mondo di teoria.<br />
quella settimana mi servì tantissimo, oh si!<br />
vivevamo in bunker e io scoprii 10 metri di cemento armato sotto terra di soffrire di claustrofobia.<br />
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piuttosto che dormire in quello che per me era un loculo (le camerate avevano letti a 3 piani per 7 piazze ogni piano), passavo le notti insonni, con gli occhi sbarrati nelle zone comuni, stile zombie e con la stessa energia di uno zombie... a rompere le balle alle coppiette che si formavano tra i vari ragazzi e ragazze del gruppo... incapace di fare altro se non leggere le regole del bunker in caso di guerra atomica, quindi agitandomi ulteriormente, in aggiunta alla mancanza di sonno.<br />
<br />
ricordo che la domanda ricorrete al mattino era "Elena ha dormito" e la risposta era "no"...<br />
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lo ammetto, di quel viaggio ricordo pochissimo delle multinazionali visitate... a parte la cantina vinicola... che ci facevo io in una cantina vinicola se nemmeno bevevo??? per dire...<br />
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però l'esperienza mi fece conoscere il CESTUD e decisi di andare al T-group organizzato per l'autunno a Fognano.<br />
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per i non addetti al lavoro la parola t-group sicuramente è arabo. sono delle tecniche usate in psicologia, ma anche in organizzazione aziendale, che servono a creare team di lavoro. ne esistono di vari tipi, strutturati o destrutturati.<br />
<br />
il CESTUD ci dava la possibilità di provare sulla nostra pelle ciò che studiavamo per l'esame di organizzazione aziendale.<br />
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e via, andiamo a Fognano!<br />
non ricordo tutto, anzi, ricordo pochissimo nel complesso, ma le emozioni provate sono incise a fuoco nella mia anima.<br />
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le giornate erano scandite da sessioni di t-group di un'ora e mezza in cui fondamentalmente non c'era programma (salvo rare occasioni), perché il nostro era un t-group destrutturato, libero, le sinergie dovevano nascere da noi.<br />
quindi: un'ora e mezza di sessione, pausa, un'ora e mezza di sessione, pranzo, un'ora e mezza di sessione, pausa, un'ora e mezza di sessione, cena...<br />
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robe così, insomma...<br />
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beh, senza assolutamente ricordare come si a accaduto, so che a quei 14 o 15 compagni di gruppo io ho raccontato cose che non avevo mai raccontato in vita mia, mi sono messa a nudo, senza paure, beh, certo piangendo come non so cosa, ma "tranquilla" eppure emozionata allo stesso tempo, cose di me, personali, mai dette a nessuno prima d'ora.<br />
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oltre a quello, in quei giorni riuscii in qualcosa che ancora oggi non credo nemmeno di aver fatto: io ho sempre avuto fiducia più o meno ZERO nel prossimo, eppure in quei giorni mi lanciai di spalle da un davanzale sulle mani dei miei compagni e all'aperto mi presero e mi fecero volare in aria due o tre volte...<br />
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io... la balena, l'obesa, quella che ha sempre avuto paura di muoversi facendo male a qualcuno, quella che ha (ancor oggi, perché certe paranoie sono dure a morire) il terrore di sentirsi male e di dover essere sollevata da qualcuno che magari non riesce nemmeno a tirarmi su...<br />
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fu una botta di emozioni quali mai avevo vissuto prima in vita mia.<br />
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durante le sessioni, non ricordo esattamente come, ma finimmo spesso in piedi sulla sedia, ad indicare che nella vita bisogna saper cambiare prospettiva (non era tanto che era uscito L'Attimo Fuggente, per intenderci)<br />
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a fine soggiorno, tutti radunati insieme, si fece un confronto particolare: il professor Rosa mise due sedie una di fronte all'altra in mezzo alla sala e chiunque poteva sedersi su una di esse e chiamare -se desiderava - qualcuno per l'altra sedia e dire a questa persona qualcosa, oppure parlare alla intera sala.<br />
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beh, io... quella che ai tempi delle messe se venivo chiamata a leggere le letture ero convinta si sentisse il panico che mi permeava attraverso il microfono (giuro, ero convinta che i mega battiti accelerati del mio cuore li potessero sentire fino in fondo alla mia chiesa... e non è una chiesetta da 10 posti la mia...)... quella lì, quella megatimidapersonalì...<br />
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è andata a sedersi sulla sedia. ha farfugliato qualcosa del tipo "io credevo di sapere tanto di me stessa e invece ho scoperto di non capire un cazzo ad oggi"... poi ha guardato il proprio trainer negli occhi e gli ha detto "io sulla sedia ci salgo!"<br />
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mi sono girata, sono salita sulla sedia, con un'agitazione addosso che non potrei mai raccontare.<br />
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ma la cosa più emozionante fu che appena mi rigirai, trovai sulla sedia già schierati anche gli altri del mio gruppo.<br />
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forse la platea intera non poteva sapere (anche se tutti poi si alzarono sulla propria sedia), ma quelli, chi aveva sentito le mie "confessioni", loro sapevano quanto mi era costato salire su quella cavolo di sedia... e mi avevano aiutata con il loro gesto.<br />
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ci credete se a 25 anni di distanza, ricordando e scrivendo queste cose, io sto tremando e mi salgono le lacrime agli occhi?<br />
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negli anni ho fatto altri 2 t-group almeno ed entrambi sono stati emozionanti, in modo differente, poi piano piano ho mollato le attività del CESTUD, perché c'era la laurea (che comunque ho fatto sempre con il prof Rosa) e poi c'era da inventarsi una nuova vita nel mondo, per capire cosa io dovessi fare/essere...<br />
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non è che dal primo t-group la mia vita sia cambiata, anzi, se vogliamo è sempre stata la stessa...<br />
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eppure mi è servito per capire me stessa e leggermi in chiave differente. io sono sempre io e non sono più la stessa allo stesso tempo. i miei difetti, i miei pregi, sono quelli. ma so guardarli con occhi diversi a seconda della necessità.<br />
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e peraltro ci ho guadagnato una faccia tosta che mai avrei immaginato. io, la timida patologica, piano piano sono uscita da un guscio autoprodotto e ho imparato ad affrontare il mondo.<br />
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dovevano essere "lezioni sul campo" di organizzazione aziendale, ma sono state lezioni su noi stessi, sulle nostre capacità e potenzialità.<br />
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non smetterò mai di ringraziare chi mi ha dato queste possibilità, a partire dal deux ex macchina, il prof Rosa che oggi non è più con noi, ma il cui operato continua a produrre effetti...<br />
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io sono sicura che da dove sia ora, veda e se la rida... tutte le nostre chiacchiere in una chat su whatsapp di circa 160 persone, che ricordano, ridono, salutano...<br />
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Grazie Maurizio. non sono potuta venire ieri alla commemorazione funebre, ma ti parlo da domenica quasi ogni giorno, come se fossi qui con me, come se dopo tanti anni ti avessi rincontrato adesso che sei ovunque.<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-50322457400685678912017-12-21T19:24:00.000+01:002017-12-21T19:24:12.348+01:00Calendario dell'Avvento - giorno 21<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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oggi sono dovuta passare un attimo in banca e nel tragitto dal parcheggio alla filiale... ho assistito a questo bellissimo quadretto: il bassotto in posa con i Babbi Natale in vetrina.<br />
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al ritorno si era accoccolato... forse stare in posa a lungo stanca!<br />
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da molti anni Natale significa anche la canzone di Radio Deejay! quella di quest'anno non mi piace molto, così sono andata a sceglierne una più datata...<br />
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buon ascolto<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-63683455199809875602017-12-20T19:41:00.002+01:002017-12-20T19:41:10.246+01:00Calendario dell'Avvento - giorno 20<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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foto fatta dal mio albero di Natale, ancora in fase di addobbo... prometto che lo finirò il 24 dicembre!<br />
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partiamo dalle cose belle di oggi: stanotte ho dormito! dovrei scriverlo sul calendario, altro che qui! non benissimo, ma era sonno, mille volte meglio che passare il tempo ad aspettarlo.<br />
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oggi ho anche iniziato la radioterapia, fase 3... terza volta che la faccio, questa volta saranno solo 3 sedute molto brevi che dovrebbero zittire sul nascere una piccola ma brutta formazione tumorale che continua ad aggirarsi nelle zone del mio osso sacro. spero faccia il suo dovere, lo spero tanto!!!<br />
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di Natalizio poco... ho giusto scelto il regalo per 3 persone che ancora mancavano all'appello. e forse, dico forse, ho finito con i regali. però devo ancora incartarli tutti e l'idea mi prende male. voglio i regali autoincartanti... mica bazzecole!<br />
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stasera vi lascio con un canto meraviglioso scritto nell'Ottocento ad Hallein, piccola città non distante da Salisburgo.<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-23388717354977193392017-12-19T20:41:00.001+01:002017-12-19T20:41:34.698+01:00 Calendario dell'Avvento - giorno 19molto rapido... perché... sono reduce da una bella notte insonne e sogno solo di dormire...<br />
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quindi niente foto, giusto una canzoncina natalizia, per gioire di questo clima<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/jxxTHzERTsk" width="459"></iframe></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3334761411841173337.post-41394320165539932622017-12-18T20:38:00.004+01:002017-12-18T20:38:52.193+01:00Calendario dell'Avvento - giorni 16, 17 e 18...ebbene si, facciamo tris!!!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEfaKVYP5gNzQar87eokyuB245m0lA9Q9QU_gFOmWUNc3ZJNzB8_iVnWO4Y_kDtaV0UrGH3fX9_PNT_q_Ev-R-dbX_tD4lJDXHtokjMbc6AKoRCapN3YaOO0fY5kAtT8vX0HLopDPKzGFE/s1600/20171218_201716.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEfaKVYP5gNzQar87eokyuB245m0lA9Q9QU_gFOmWUNc3ZJNzB8_iVnWO4Y_kDtaV0UrGH3fX9_PNT_q_Ev-R-dbX_tD4lJDXHtokjMbc6AKoRCapN3YaOO0fY5kAtT8vX0HLopDPKzGFE/s320/20171218_201716.jpg" width="180" /></a></div>
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mi spiace aver mancato i due giorni appena passati, ma sabato per me è stato un giorno molto pieno (per me, mica per una persona normale! ultimamente mi basta poco per riempire una giornata...) e sono rientrata la sera verso le 11 troppo stanca per pensare al blog...<br />
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domenica... domenica NIENTE. davvero, non ho fatto nulla tutto il giorno: avevo bisogno di recuperare. letto, poco cibo, tanta lettura e tantissimo sonno!!!<br />
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comunque eccomi qui... almeno oggi!!!<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15837627183181811156noreply@blogger.com0