Si sta avvicinando...


si... oramai fa un anno da quel giorno fatidico...


in ufficio era bagarre come sempre: casini da risolvere, domande nuove e vecchie, normative da interpretare, computer che andavano come gli pareva...


a casa era diverso da oggi... erano i giorni in cui finalmente si era riuscite a convincerla a curarsi, a prendersi un po di meritatissime sante ferie, a raggiungere la sorella e farsi fare tutte le analisi del caso e capire... capire cosa non andava...


aspettavamo solamente il giorno della partenza...


e invece quel giorno è diventato il giorno del ricovero durgenza... pochi giorni di ansia e poi... niente... finito...


Maria ci ha lasciati il 2 febbraio. Quando lho saputo ero al pc di una collega, squilla linterno e mi dicono che è Laura... e se Laura mi chiamava in ufficio poteva essere solo per brutte notizie... così sapevo già cosa stava per dirmi...


Lultimo messaggio ricevuto da Maria risaliva solo a poche ore prima, nella serata precedente... quando mi diceva di aver paura... e io non sapevo più quali parole di conforto inviarle. Anche perchè un sms è un mezzo orribile per confortare una persona, ma io ero a Ravenna e lei a Bari.


Da quando era stata ricoverata stavo cercando un modo per raggiungerla anche solo per unora... 3 giorni a studiare gli orari dei treni senza trovare il bandolo della matassa: cercare di partire e tornare in 24 ore perchè di più non potevo permettermene...


Ma quando ho saputo che lei non era più tra noi... non ho potuto farne a meno: ho avvisato che il giorno dopo me ne sarei stata a casa, chiamato Laura e detto "se mi raggiungi qui, domani andiamo giù".


Voleva essere soprattutto un viaggio per la sorella che si era vista sparire in un attimo lunica parente per la quale provasse qualcosa e soprattutto la migliore amica. Volevamo essere là per sollevarla un momento dallansia di reincontrare chi aveva lasciato da tempo per incompatibilità.


Ma in verità era qualcosa anche per noi due. Stare lontane, da sole, senza fare niente in un momento così era più difficile che prendere treno e auto, farsi 1200 km in 24 ore e andare in un paese a noi completamente sconosciuto.


Maria lo sa, quel viaggio è forse la cosa più bella che abbia mai regalato a Laura e a me. Ci si potrebbe ricavarne un discreto racconto... 2 adulte che nel momento della perdita di una carissima amica trascorrono 24 ore in auto, tra un autogrill e un distributore di benzina, dicendo cazzate, ricordando stupidaggini, ridendo e parlando di cartoni animati, con il sottofondo di Santana che accompagna la voce di Steven Tyler mentre dice "farò di tutto semplicemente per sentirmi meglio"... la canzone che ora è la nostra canzone, il testo che mi ha fatto pensare a Maria da molto prima, proprio perchè lei non riusciva a farlo: a muoversi in direzione positiva per risolvere i suoi problemi. E per tutto il tragitto Maria era lì con noi: i nostri argomenti erano i suoi, le nostre risate le sue, la sua voce sembrava cantare dietro le nostre...


Ora è passato quasi un anno. Sono successe molte cose... sua sorella ha praticamente rifiutato la nostra amicizia. Non voglio giudicarla, è una sua scelta. Ammetto però di essermi sentita buttata in un angolo dal suo gesto e lunica cosa che vorrei tanto sapere è il perchè. Ma anche quando lho chiesto non mi è stato detto.


Io continuo a sentire la mancanza di Maria in modo incredibile. E lei è lunica che sa che la sua malattia per me era un orribile fantasma: se non sto attenta io posso diventare come lei. Ne ho il terrore... odio la mia indolenza e incapacità di reagire a determinati miei stati danimo... penso a ciò che le è successo e non riesco a non provare rabbia perchè mi ha abbandonato e allo stesso tempo perchè mi ha mostrato la mia cruda verità in faccia...


Vorrei tanto capire perchè riesco a piangere per lei solo ora che è passato quasi un anno... prima niente... prima solo sgomento per la perdita, immensa tristezza, senso di vuoto a non finire... ma mai lacrime...


Commenti

  1. Perché ognuno di noi, ha un tempo di elaborazione del lutto...

    Ho fatto lo stesso per mio padre, solo che ci ho messo 5 anni.

    Un abbraccio

    Cate

    RispondiElimina
  2. c'è una grande differenza tra te e Maria, meg: tu sei molto meno sola di lei.

    Maria era circondata da un mondo picoclo e ristreto mentalmente che a giudicava per una brutta persona solo per la mole che aveva e le persone che avrebbero dovuto aiutarla giravano la testa dall'altra parte per non vedere il suo problema, persone che un malato lo tengono chiuso in casa come se fosse una vergogna, una disgrazia per la famiglia.

    tu hai una mamma che non si permetterebbe di girarti mai le spalle,delle colleghe che ti stimano, e delle amiche che no permeterebbeo mai di farti fare del male a costo di trasferirsi da te per tenerti un po' sott'occhio. Io di Maria non so molte cose ma so che tempo fa ebbe una grande delusione d'amore, lo so perchè me lo disse quando volevamo fare le storie a catena "un po' piccanti" e magari è stata una botta molto forte.

    un grosso abbraccio, il più grosso che posso per avvolgerti in questo momento ripensando alle cazzate che ci siamo dette e alle risate che ci siamo fatte in quel viaggio allucinante.

    RispondiElimina
  3. vedi Laura, il mio sentirmi come Maria non è nell'aspetto esteriore o in ciò che mi circonda.

    Io mi sento simile a lei in certe sue paure, nel suo rimanere inerte davanti a certi suoi modi di essere... mi vedo simile a lei da dentro, non da fuori...

    in fondo è la stessa similitudine-paura che ho quando penso a mia madre... con la differenza che mia madre dall'ospedale, 13 anni fa ne è riuscita ad uscire... ma devastata. dentro più che fuori...

    nel mio assurdo modo di essere vedo tutto questo, lo riconosco, ma non riesco a combatterlo nel modo corretto.

    è difficile da spiegare... non perchè sono qui su un blog... è difficile da tirare fuori con pensieri coerenti e comprensibili... come poi forse tutte le paure sono difficili da esternare. in generale...

    grazie per l'abbraccio, come sempre lo prendo, me lo godo tutto e poi te lo ricambio

    RispondiElimina
  4. ed io con mia nonna quasi due anni fa, ci ho messo circa sei mesi

    elaborazione è la parola giusta.....

    un abbraccio

    RispondiElimina
  5. ps... ho scritto praticamente le stesse cose di caterina, due parole ma un abbraccio doppio...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari