mille cambiamenti, stessa vita e strada... forse... forse no
questa che vedete qui è Mirtilla, la mia bella pastigiona di morfina n. 6.
ho anche le foto di Murphy da 1 a 5, ma non qui, non a portata di mano... per cui, please, accontentatevi di Mirtilla, tanto la sua storia è la stessa dei precedenti.
avrei voluto, con questo post, raccontarvi un sacco di cose, per cercare di riepire un sacco del vuoto che ho lasciato nel blog in questi anni, ma mi rendo conto di non farcela in un sol colpo. troppe cose accadute, troppa vita vissuta, esperienze belle e brutte, piene di cose da spiegare e che, forse, nemmeno voglio davvero spiegare proprio ora...
e così, per complicare la vita, magari partiamo dal fondo.
da dove sono ora.
in un letto in ospice, attaccata a Mirtilla fino a domani a mezzogiorno, quando una sorellina la sostituirà e io avrò un'altra dose di morfina e magari assisterò di nuvo all'assalto degli insettini bianchi o neri su per il muro della stanza, oppure al marciare tutto regolare di puntini bianchi su per le foglie del giacinto.
insomma, una bella nuova serie di allucinazioni da morfina che spunteranno fuori dal mio cervello.
ebbene si, è una settimana che mi do alla morfina, mio malgrado, dato che il dolore è insopportabile.
vorrei dirvi che ora capisco chi ha scritto "Lucy in the Sky with Diamonds", ma no... proprio non ci trovo nulla di divertente nel vedere motivi regolari muoversi su e ià per i muri, oppure avere la sensazione di vedere crescere a vista d'occhio le piante.
niente di buffo. niente di divertente. anzi, spiazzante!
voglio dire... le certezze sono quelle cose nella vita che ci danno stabilità e ci permettono di non affondare in un mare di incertezze e paure, ma se tutto quell. o che nella vita ti è sembrato sicuro...e poi non lo è più... cosa si fa?
ma poi, fossero solamente i muri sche simuovono o le piante che crescono a vista d'occhio...
è la vita che ti sfuge in modo inconsueto e per niente sereno!
l'ho anticipato, ci sono mille cose di cui parlare, e lo farò, spero, per ora mi accontento di dirvi - grandi linee - cosa non è più come prima.
le ultime scarse parole le ho scritte ad agosto, per raccontare - grandi linee - le ragioni del silenzio. ora, ammetto di non avere molta presenza di spirito per andare così intietro nel blog e leggere cosa vi ho raccontato: se tutto o se solo in parte.
facciamo così, scelgo la via brevissima. anche perché sono stanca, c'è ancora da brigare prima di sperare di dormire e via così...
il 2018 per una volta nella mia vita l'ho pensato come ad un anno che vorrei scordare. nonostante tutto, nonostante la mia vita non sia speciale,io l'ho sempre considerata un dono e mai vista male, né "sfigata", solo come una cosa data, un dono, di cui cercarne di farne il meglio possibile.
basta! fermate il mondo che voglio scendere! oh, si, l'ho pensato piu volte in questo periodo. anche con vergogna, perché significa in un certo qual modo non essere in grado di averne fatto nulla di che.
il tumore si è messo d'impegno a rompere ogni progetto di buona volontà.
ogni terapia andava a ramengo, per non dire peggio... che quando una terapia ti abbatte peggio di quanto non faccia la stessa malattia...non è affatto divertente.
vivere di trasfusioni di sangue ogni settimana, avere la pressione sotto le scarpe ogni giorno... non sapere se al mattino ci si sarebbe riuscite ad alzarsi o meno... non erano belle premesse per cercare una nuova via di vita.
si fa giugno, speri nel bel tempo e... fregatura, il bel tempo ti porta più male di prima!!
parte il male alle anche e, con esso, la paura degli antininfiammatori, perché ti fanno sudare cos' tanto da stare peggio di prima.
e caspita che impresa!
finalmente la svolta, molliamo la terapia! un piccolo raggio di sole in mezzo a questo incubo.
un po' di normaltà, meno febbre, meno sudate, efficacia degli anti infiammatori, insomma... si comincia a ragionare e sentirsi quasi normali.
una delle prime cose che ho fatto quando ho avuto 2 grammi di energia in più è stata trascinarmi fino allo Chalet e riprendere con le care vecchie abitudini: brioche, cappuccino e... ricamo.
ho avuto una estate come se fosse per me l'ultima occasione di ricamare. ho realizzato diversi progetti vecchi e nuovi; un paio di ore ogni giorno all'aperto, lì allo Chalet. aria non viziata e luce. mi mancavano!
non che tutti i mali siano migliorati. per un po' ho sognato di poter riprendere una vita quasi normale.
sono anche riuscita ad andare in montagna per una settiana, anche se rischiando un po' troppo, dato il lungo tragitto che mi spettava (al ritorno ci siamo fatte venire a prendere per sicurezza)
e poi il seguito... volevo farla breve, ma mica lo è, mannaggia!
diciamo che abbiamo iniziato a giocare con le fistole di materiale necrotico e con il dentro e fuori dall'ufficio per stare dietro a sta cosa...
e così ad ottobre, poi a dicembre, adesso addirittura ospite in ospice.
ma questo per cercare di trovare un equilibrio nel controllo del dolore.
ogni giorno una nuova pastigliona e così, sdrammatizziamo, facciamo il toto nome. come si cchiamerà quella di domani, per dire?
quella di oggi, qesta qui, si chiama Morpheus
domani vedremo... domani mi faranno camminare? saebbe già bello per me, visto che sono 10 giorni che sono relegata in questo letto...
insomma, vedremo, non resta altro da fare.
e, soprattutto, se vi vengono domande sulla mia salute, non esitate e fatemele. al limite rispondo con poca terminologia tecnica... ma, per favore, non chiedete in giro... dato che scopro che la gente si inventa di tutto pur di parlare a nome mio...
non lo nego, questa ultima scoperta mi ha sockata. ma con che coraggio andare in giro ad inventare, ricamare sulla salute altrui.
e se qualche parente di una certa età poi leggesse e si spaventasse...
siete pregati di farvi i fatti propri. io i miei me li faccio da tempo, e vivo benissimo.
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