La casa dei nonni - parte terza
L'ultimo passaggio dentro la casa dei nonni era impegnato a fasciare di carta rocccia una porta della cantina per prepararla per ospitare il presepio.
dalle medie in avanti, quello fu un incarico mio. mi prendevo un pomeriggio e cominciava la magia.
la carta roccia creava le montagne, la stagnola i fiumi e i vari corsi d'acqua, poi il muschio, per la vegetazione ed infine arrivavano loro, i protagonisti. gli umani abitanti quella zona, colti tutti nei loro comuni momenti di vita quotidiana. chi pescava, chi accudiva alle pecore, ai maiali, alle galline... un sacco di animali ovunque, pesci nei fiumi, capre in montagna.
pastori, pastori a non finire e quante pecore e capre!! alcune di esse avevano persino superato l'ultima guerra mondiale e si reggevano su piccoli mozziconi di gambe, ma DOVEVANO ESSERE NEL PRESEPIO! se lo erano guadagnato sul campo!
magari, per farle stare su, studiavo un inghippo di ghiaina e muschio, che nascondevano i difetti fisici delle piccole sfortunate bestiole.
mi piacea tantissimo essere l'artefice del presepio dei nonni! era il mio picccolo capolavoro, il contributo al Natale da parte i chi non cucinava,, né faceva tanto altro per quella speciale occasione.
perché, diciamocelo, cosa ricordiamo di più delle nostre infanzie? sono i giorni di festa; quando la casa veniva tirata a lustro, decorata nel migliore dei modi; si cucinavano i piatti più succulenti e calorici, degli della migliore tradizione casalinga.
non mancava nessuno a quelle cene di festa, tranne la volta che Alessndro si prese, credi, gli orecchioni, e dovemmo rimanere a casa nostra.
fu la prima volta in cui sbattei nella "cruda realtà...". ebbene si, uno può sperare quano vuole che tutto si svolga "come da copione", ma la sfortuna può giocare una delle sue carte più antipatiche e... mandari tutto a ramengo.
a 8 anni possono bastare gli orecchioni del fratellino. a 17, magari, invece è l'ictus della nonna da cui si sta appena riprendendo, poi chissà, può capitare molto, ma moto di peggio...
ma lasciamo perdere oggi, va... meglio fermarci alla preparazione del presepo, dell'albero e di imbandire casa...
la prossima volta ci siederemo atorno al tavolo, dimentichi di questi episodi tristi che possono cambiare per sempre la visione di una festa.
ecco, oggi siamo scesi al piano terra... si proseguirà il tour da lì... alla prossima,,,
dalle medie in avanti, quello fu un incarico mio. mi prendevo un pomeriggio e cominciava la magia.
la carta roccia creava le montagne, la stagnola i fiumi e i vari corsi d'acqua, poi il muschio, per la vegetazione ed infine arrivavano loro, i protagonisti. gli umani abitanti quella zona, colti tutti nei loro comuni momenti di vita quotidiana. chi pescava, chi accudiva alle pecore, ai maiali, alle galline... un sacco di animali ovunque, pesci nei fiumi, capre in montagna.
pastori, pastori a non finire e quante pecore e capre!! alcune di esse avevano persino superato l'ultima guerra mondiale e si reggevano su piccoli mozziconi di gambe, ma DOVEVANO ESSERE NEL PRESEPIO! se lo erano guadagnato sul campo!
magari, per farle stare su, studiavo un inghippo di ghiaina e muschio, che nascondevano i difetti fisici delle piccole sfortunate bestiole.
mi piacea tantissimo essere l'artefice del presepio dei nonni! era il mio picccolo capolavoro, il contributo al Natale da parte i chi non cucinava,, né faceva tanto altro per quella speciale occasione.
perché, diciamocelo, cosa ricordiamo di più delle nostre infanzie? sono i giorni di festa; quando la casa veniva tirata a lustro, decorata nel migliore dei modi; si cucinavano i piatti più succulenti e calorici, degli della migliore tradizione casalinga.
non mancava nessuno a quelle cene di festa, tranne la volta che Alessndro si prese, credi, gli orecchioni, e dovemmo rimanere a casa nostra.
fu la prima volta in cui sbattei nella "cruda realtà...". ebbene si, uno può sperare quano vuole che tutto si svolga "come da copione", ma la sfortuna può giocare una delle sue carte più antipatiche e... mandari tutto a ramengo.
a 8 anni possono bastare gli orecchioni del fratellino. a 17, magari, invece è l'ictus della nonna da cui si sta appena riprendendo, poi chissà, può capitare molto, ma moto di peggio...
ma lasciamo perdere oggi, va... meglio fermarci alla preparazione del presepo, dell'albero e di imbandire casa...
la prossima volta ci siederemo atorno al tavolo, dimentichi di questi episodi tristi che possono cambiare per sempre la visione di una festa.
ecco, oggi siamo scesi al piano terra... si proseguirà il tour da lì... alla prossima,,,
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