voglia di tornare al passato...
mica voglia di macchina del tempo, o di rivivere altri momenti della mia vita.
no no!
voglia di ritmi più lenti, di distaccarmi un poco dalla quotidiana routine che, soprattutto in questo momento in cui sono particolarmente stanca e senza grandi prospettive di momenti seri di relax (tradotto: chissà quando potrò andare in ferie almeno una settimana), si sta trasformando un po' in una trappola per il mio umore e per la mia mente.
adesso che nonostante tutto i ritmi sono leggermente più rilassati e non ho bisogno di fare super straordinari al lavoro, sono così stanca che comunque appena finito in ufficio - salvo fare un po' di spesa - finisco subito a casa. ma arrivata lì non ho energie per fare niente, quindi accendo la tv per avere compagnia sonora, il pc per fare i soliti 4 giochini su facebook... organizzo velocemente una cena il più delle volte fatta di schifezze perché sono le più rapide da ottenere e la voglia di cucinare è sotto i tacchi e via così di NIENTE fino all'ora in cui mi riduco a letto.
oh, si, certo, ci sono anche le variabili al tran tran quotidiano, tipo la mamma che si è beccata un virus e quindi c'è bisogno di seguirla: vuoi che sia prepararle un pasto, vuoi che sia andare dal medico, in farmacia, a comprarle qualcosa...
ma in sostanza il risultato non cambia: sono stanca e la routine non mi aiuta per niente a risollevare l'umore o a distendere la mente, tanto che spesso pure il sonno notturno non mi è per niente d'aiuto.
martedì uscita dal lavoro sono andata a fare la spesa per mia madre in un supermercato se frequento di rado. era una giornata di brutto tempo e tutti i vacanzieri si erano riversati in città assembrando ogni luogo dove si poteva fare acquisti... così mi sono trovata a parcheggiare più distante dal solito l'auto. quando sono tornata con la mia spesa e mi sono riseduta in auto, l'idea di andare a casa subito non mi arrideva per niente, quindi ho spostato l'auto di qualche metro, in posizione più defilata, l'ho spenta, tirato giù i finestrini, tolto le chiavi, tirato fuori il libro da un pacco Amazon che avevo dimenticato da quasi un mese in ufficio e che finalmente mi ero decisa a portare a casa, preso un grissinone dalla spesa...
e addentando il grissino ho cominciato a leggere...
un piccolo momento fuori dal tempo normale, in un posto decisamente non convenzionale, tanto che almeno due persone sono passate davanti alla mia auto guardandomi malissimo come se stessi commettendo un reato di quelli più violenti...
sono tornata a casa molto più rilassata e tranquilla, ugualmente stanca, ma meno incasinata mentalmente.
e ieri ho deciso di farla anche "fatta meglio": niente spesa, direzione giardini pubblici, acquisto di un mega bicchierone di chinotto pieno di ghiaccio e lettura del libro seduta al tavolino dello Chalet (in mezzo ad una cagnara pazzesca di bambini che giocavano e mamme che parlavano e sparlavano tra di loro). non era l'ambiente tranquillo da relax, ma è stato sufficiente a farmi tornare a casa meno introversa, meno demoralizzata di quanto non fossi all'uscita dal lavoro 3 quarti d'ora prima.
così stamattina sono uscita di casa infilando un libro nella borsa pensando "lo voglio rifare!!". Già dalle prime ore del mattino l'idea è la "carota" che mi farà arrivare a sera.
l'ideale sarebbe arrivarci a piedi ai giardini pubblici (distano da casa pochissimo), ma per ora mi accontento di pensare di fare una pausa dal quotidiano, magari tra qualche giorno arriverà anche la voglia di muovermi.
e non è da 3 giorni che in me c'è questa voglia di cambiare ritmo, di - appunto - "tornare indietro", a momenti meno caotici e frenetici del modo di vivere quotidiano.
sono giorni che penso che mi piacerebbe prendere la penna in mano e scrivere sulla carta. non ho "progetti", non ho "idee", non è come mi capitava mille anni fa che mi veniva in testa una trama per un racconto e mi tuffavo sul foglio di carta per trasformarlo in storia... che non finiva mai, perché le mie idee sono sempre e solo state ottimi inizi, senza mai degni finali...
è solo la voglia di mettere in fila i pensieri con la penna e non con la tastiera.
scrivere con la penna è tutta un'altra cosa. meno congeniale al mio essere, perché da che ho imparato a scrivere io sbaglio sempre qualche lettera, anticipando la fine della parola o altro. la mia maestra delle elementari, davanti al biglietto di auguri della quinta, quando vide la mia firma disse "sei e rimarrai sempre la mia 'pasticcera'!". così mi chiamava, non pasticciona, pasticcera. io il mio secondo nome puntualmente lo sbagliavo facendo seguire alla E maiuscola un'altra e minuscola e poi scarabocchiandoci sopra per cancellarla: Eelena... ci ho messo anni per smetterla e ogni tanto rischio di rifarlo
l'avvento della tastiera ha messo più ordine nel mio modo di scrivere. la velocità ogni tanto mi fa dimenticare una lettera o invertirne un paio, ma correggere è più facile.
e, cosa più importante, è facile anche tornare indietro e aggiungere ciò che nella fretta ti sei dimenticata.
così puoi scrivere scrivere e scrivere e poi riguardare, aggiungere, correggere...
con la penna no.
con la penna ti devi fermare, devi pensare, poi scrivere. e se hai dimenticato qualcosa si vede e questo dà una dimensione reale e ferma di come i tuoi pensieri vaghino di qua e di là.
la penna ti costringe a domare i tuoi pensieri un po' prima di partire e scrivere...
ed è ciò di cui ho bisogno: di imbrigliare i pensieri. anzi, no! prima ho bisogno di lasciarli vagare, poi di calmarli ed infine di imbrigliarli e metterli in ordine sulla carta.
il bello è che non ho niente da scrivere!
penso che la scrittura manuale in questo momento sia una metafora per descrivere ciò che sento di dover fare e forse con la pausa dopo il lavoro e prima di casa già sto remando in quella direizone.
questo post l'ho pensato già ieri sera e stamattina ho iniziato a scriverlo a puntate (essendo al lavoro non dovrei nemmeno scriverlo). e ad un certo punto della stesura ho letto l'inizio del post di un'amica sul suo blog (devo ancora andare a leggerlo tutto), ma mi sono stupita: stesso argomento mio!
chissà dove finirà il suo ragionamento... il mio finisce qui: alla ricerca di ritmi diversi per salvaguardare la mia integrità e sanità mentale... vedremo gli sviluppi.
Commenti
Posta un commento