ricordi d'infanzia
chissà com'è... ma ultimamente le parole e i racconti di altre persone servono a far ricordare momenti della mia infanzia.
oggi in un gruppo ravennate su Facebook una signora ha ricordato quando andava a casa di un'amichetta per giocare e il suo ricordo mi ha fatto venire in mente la casa di una mia amichetta d'infanzia.
era la vicina di casa della nonna: i due giardini erano separati da una rete e noi spesso giocavamo insieme rimanendo ognuna nel rispettivo giardino: si andava su e giù in bicicletta affiancate, oppure si giocava con bambole e tegamini attraverso la rete.
ma ogni tanto le veniva a casa della mia nonna o io andavo da lei.
casa sua per me era un posto davvero fuori dal mondo. così differente da casa mia da averne ancora oggi ricordi vividi.
noi a casa eravamo in 5: due adulti e 3 bambini. il caos regnava imperante e nessun tentativo degli adulti riusciva ad avere la meglio sul disordine generale.
a casa della mia amichetta, invece, c'erano 4 adulti e una bambina: gli adulti erano i nonni materni e i genitori di lei. madre e nonna erano due perfezioniste, maniache dell'ordine e della pulizia in modo incredibile.
ricordo che in giardino, nelle aiuole nessuna erbaccia osava crescere tra i tulipani. e i tulipani erano diligenti, dritti, tutti rossi, tutti identici, timorosi di comportarsi male pure loro!
la parte in cemento del giardino era sempre perfettamente sgombra da qualsivoglia forma di polvere o rifiuto, così come il marciapiede davanti a casa, spazzato almeno 3 volte al giorno (uno dei ricordi più vividi della sua nonna era proprio il vederla davanti a casa a tenere pulito dagli aghi di pino il marciapiede.
in casa, nelle rare occasioni in cui mi capitava di entrare, si dovevano usare le pattine. queste sconosciute! mai viste se non a casa sua!!!
il pavimento brillava, tutto era lustro, perfetto e in penombra. non so come mai, ma le finestre non rilasciavano mai tutta la luce che avrebbero potuto offrire: erano sempre abbassate, forse per impedire alla luce di far depositare più polvere.
una casa da fotografia, sempre perfetta, in ordine, non tradiva alcuna presenza umana.
a me sembrava un altro pianeta e mi sentivo estremamente intimorita quando entravo.
so che qualche tempo fa la mia mamma ha incontrato la mamma della mia amichetta di allora. la nonna è passata a miglior vita e uno dei commenti che la signora fece a mia madre, ricordando la sua che non c'è più, fu proprio riferito a questa mania dell'ordine che le ha assillate per tutta la vita. disse qualcosa tipo "a che scopo? tutto quello sfregare e pulire, per cosa?"
non è che io sia "felice" del mio disordine, ma sicuramente una casa deve essere vissuta, non "conservata".
e quando la mamma mi riferì il commento della signora, ho avuto un moto di tristezza nel cuore, pensando a questa signora anziana che tutti i giorni si impegnava nella lotta contro l'ineluttabilità di foglie secche e polvere...
oggi in un gruppo ravennate su Facebook una signora ha ricordato quando andava a casa di un'amichetta per giocare e il suo ricordo mi ha fatto venire in mente la casa di una mia amichetta d'infanzia.
era la vicina di casa della nonna: i due giardini erano separati da una rete e noi spesso giocavamo insieme rimanendo ognuna nel rispettivo giardino: si andava su e giù in bicicletta affiancate, oppure si giocava con bambole e tegamini attraverso la rete.
ma ogni tanto le veniva a casa della mia nonna o io andavo da lei.
casa sua per me era un posto davvero fuori dal mondo. così differente da casa mia da averne ancora oggi ricordi vividi.
noi a casa eravamo in 5: due adulti e 3 bambini. il caos regnava imperante e nessun tentativo degli adulti riusciva ad avere la meglio sul disordine generale.
a casa della mia amichetta, invece, c'erano 4 adulti e una bambina: gli adulti erano i nonni materni e i genitori di lei. madre e nonna erano due perfezioniste, maniache dell'ordine e della pulizia in modo incredibile.
ricordo che in giardino, nelle aiuole nessuna erbaccia osava crescere tra i tulipani. e i tulipani erano diligenti, dritti, tutti rossi, tutti identici, timorosi di comportarsi male pure loro!
la parte in cemento del giardino era sempre perfettamente sgombra da qualsivoglia forma di polvere o rifiuto, così come il marciapiede davanti a casa, spazzato almeno 3 volte al giorno (uno dei ricordi più vividi della sua nonna era proprio il vederla davanti a casa a tenere pulito dagli aghi di pino il marciapiede.
in casa, nelle rare occasioni in cui mi capitava di entrare, si dovevano usare le pattine. queste sconosciute! mai viste se non a casa sua!!!
il pavimento brillava, tutto era lustro, perfetto e in penombra. non so come mai, ma le finestre non rilasciavano mai tutta la luce che avrebbero potuto offrire: erano sempre abbassate, forse per impedire alla luce di far depositare più polvere.
una casa da fotografia, sempre perfetta, in ordine, non tradiva alcuna presenza umana.
a me sembrava un altro pianeta e mi sentivo estremamente intimorita quando entravo.
so che qualche tempo fa la mia mamma ha incontrato la mamma della mia amichetta di allora. la nonna è passata a miglior vita e uno dei commenti che la signora fece a mia madre, ricordando la sua che non c'è più, fu proprio riferito a questa mania dell'ordine che le ha assillate per tutta la vita. disse qualcosa tipo "a che scopo? tutto quello sfregare e pulire, per cosa?"
non è che io sia "felice" del mio disordine, ma sicuramente una casa deve essere vissuta, non "conservata".
e quando la mamma mi riferì il commento della signora, ho avuto un moto di tristezza nel cuore, pensando a questa signora anziana che tutti i giorni si impegnava nella lotta contro l'ineluttabilità di foglie secche e polvere...
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