una giornata ideale
Sveglia presto. Sono abituata, Ormai è raro che non mi alzi presto. Vorrei dire che mi dà fastidio, ma mentirei: non riesco a dormire bene, non sono mai stata brava e passo periodi - come questa settimana - in cui sono pure peggio del solito... ma vabbè, è ordinaria amministrazione.
La differenza dal quotidiano tran tran di casa mia è dovuta dalla presenza di 2 amiche che sono venute a trovarmi.
Insieme andiamo a fare colazione, poi si passa velocemente in stazione, infine, vista la bella giornata, lasciamo l'auto e ci concediamo una bella passeggiata nel centro della mia città.
E' una giornata di festa: ci sono i mercatini degli hobbisti, e pure Madra, il mercato degli agricoltori.
Girare per le strade e guardare i fiori delle bancarelle, curiosare in quelli gastronomici, buttare l'occhio in quel che producono le mani di tanti hobbisti...
Concedersi un caffè.
Entrare a visitare la cripta e i giardini pensili del Palazzo Rasponi.
In cima ai giardini pensili ricordare con una delle amiche la follia che ci prese, insieme ad altre 3 un anno prima, quando lassù, in alto sulla città tutte e 5 ridevamo dicendo stupidaggini di vario tipo, facendo un tale baccano che di sotto la gente sollevava la testa per capire cosa succedesse....
e... mandare un whatsapp vocale ad amiche lontane del suono delle campane, assordante, ma non sufficientemente alto per coprire le grasse risate che ci facevamo nel contempo...
è palese... lassù, sospese in alto sopra Piazza San Francesco... diventiamo pazze un po' più del nostro dovuto.
Gironzolare ancora per bancarelle e negozi... incontrare persone di cui hai sentito parlare, ma che non conoscevi di persona, scoprire cose nuove, comprare piccole, ma preziose cose, come 2 aromatiche per il balcone, un paio di formaggi di capra...
E quando stai per ritornare all'auto, incontrare il gruppo di Trebbarole (parola che non possono capire le persone che non sono della Romagna, ma per una volta non vi traduco nemmeno... non serve) che stavano facendosi una foto... sono una trebbarola anche io, mi vedono e mi chiamano a gran voce tutte.
Così anche io - pur non avendo passato la mattina con loro - finisco sorridente in una foto di gruppo. Tanti saluti, tanti abbracci, tanti "come stai?" sorridenti... e poi via di nuovo con le amiche.
Una pausa a casa, poi pranzo con piadina... ritorno a casa...
La partenza della prima amica dopo 2 giorni insieme, mentre la seconda mi accompagna a vestire per un paio di ore il mio ruolo di "zia" con Nicola, ancora a casa raffreddato, ma pimpante come non mai. Molto meglio di come lo avevo visto una settimana prima...
Di nuovo a casa, relax con una tisana, poi in cucina, stavolta cucino io! Non è un fatto scontato. Sono mesi che mi riduco al minimo sindacale. Fettine di carne e paste al sugo. Con rarissime eccezioni.
Stavolta invece, sperimento una ricetta che voglio fare da anni, ma che rimando sempre: risotto al Teroldego (per la ricetta, vi rimando al blog culinario, redivivo dopo tanti mesi)... esperimento riuscito.
E per la prima volta dopo tanti mesi mi sento di nuovo addosso la voglia di fare in cucina... voglia di fare. Qualcosa che devo tenermi stretta, perché la malattia, con i suoi disagi è una di quelle cose che mi ruba facilmente...
Infine la serata trascorsa a programmare un progetto tutto nostro, della mia amica e mio, almeno per ora. E per una volta la programmazione è in diretta, dal vivo e non online come facciamo sempre da anni, lei ed io...
Ecco, una domenica ideale, pure baciata dal bel tempo. Tempo speso bene, in modo rilassato, ma non scontato. Tempo che arricchisce e che lascia il suo segno benefico sul mio umore anche oggi, ritornata al lavoro e alle solite cose, l'amica partita in mattinata. Chissà quando ci rivedremo? Importa? Non necessariamente.
L'importante è la voglia di rivedersi. Se c'è, ci riusciremo. Ancora ed ancora.
L'importante è sentirsi addosso la soddisfazione e il piacere di ore liete e passate toccando e sentendo al compagnia e l'amicizia di tantissime persone.
La differenza dal quotidiano tran tran di casa mia è dovuta dalla presenza di 2 amiche che sono venute a trovarmi.
Insieme andiamo a fare colazione, poi si passa velocemente in stazione, infine, vista la bella giornata, lasciamo l'auto e ci concediamo una bella passeggiata nel centro della mia città.
E' una giornata di festa: ci sono i mercatini degli hobbisti, e pure Madra, il mercato degli agricoltori.
Girare per le strade e guardare i fiori delle bancarelle, curiosare in quelli gastronomici, buttare l'occhio in quel che producono le mani di tanti hobbisti...
Concedersi un caffè.
Entrare a visitare la cripta e i giardini pensili del Palazzo Rasponi.
In cima ai giardini pensili ricordare con una delle amiche la follia che ci prese, insieme ad altre 3 un anno prima, quando lassù, in alto sulla città tutte e 5 ridevamo dicendo stupidaggini di vario tipo, facendo un tale baccano che di sotto la gente sollevava la testa per capire cosa succedesse....
e... mandare un whatsapp vocale ad amiche lontane del suono delle campane, assordante, ma non sufficientemente alto per coprire le grasse risate che ci facevamo nel contempo...
è palese... lassù, sospese in alto sopra Piazza San Francesco... diventiamo pazze un po' più del nostro dovuto.
Gironzolare ancora per bancarelle e negozi... incontrare persone di cui hai sentito parlare, ma che non conoscevi di persona, scoprire cose nuove, comprare piccole, ma preziose cose, come 2 aromatiche per il balcone, un paio di formaggi di capra...
E quando stai per ritornare all'auto, incontrare il gruppo di Trebbarole (parola che non possono capire le persone che non sono della Romagna, ma per una volta non vi traduco nemmeno... non serve) che stavano facendosi una foto... sono una trebbarola anche io, mi vedono e mi chiamano a gran voce tutte.
Così anche io - pur non avendo passato la mattina con loro - finisco sorridente in una foto di gruppo. Tanti saluti, tanti abbracci, tanti "come stai?" sorridenti... e poi via di nuovo con le amiche.
Una pausa a casa, poi pranzo con piadina... ritorno a casa...
La partenza della prima amica dopo 2 giorni insieme, mentre la seconda mi accompagna a vestire per un paio di ore il mio ruolo di "zia" con Nicola, ancora a casa raffreddato, ma pimpante come non mai. Molto meglio di come lo avevo visto una settimana prima...
Di nuovo a casa, relax con una tisana, poi in cucina, stavolta cucino io! Non è un fatto scontato. Sono mesi che mi riduco al minimo sindacale. Fettine di carne e paste al sugo. Con rarissime eccezioni.
Stavolta invece, sperimento una ricetta che voglio fare da anni, ma che rimando sempre: risotto al Teroldego (per la ricetta, vi rimando al blog culinario, redivivo dopo tanti mesi)... esperimento riuscito.
E per la prima volta dopo tanti mesi mi sento di nuovo addosso la voglia di fare in cucina... voglia di fare. Qualcosa che devo tenermi stretta, perché la malattia, con i suoi disagi è una di quelle cose che mi ruba facilmente...
Infine la serata trascorsa a programmare un progetto tutto nostro, della mia amica e mio, almeno per ora. E per una volta la programmazione è in diretta, dal vivo e non online come facciamo sempre da anni, lei ed io...
Ecco, una domenica ideale, pure baciata dal bel tempo. Tempo speso bene, in modo rilassato, ma non scontato. Tempo che arricchisce e che lascia il suo segno benefico sul mio umore anche oggi, ritornata al lavoro e alle solite cose, l'amica partita in mattinata. Chissà quando ci rivedremo? Importa? Non necessariamente.
L'importante è la voglia di rivedersi. Se c'è, ci riusciremo. Ancora ed ancora.
L'importante è sentirsi addosso la soddisfazione e il piacere di ore liete e passate toccando e sentendo al compagnia e l'amicizia di tantissime persone.
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