Fufina

nella mia infanzia ho avuto tanti gatti, soprattutto gatte, preferite da mia madre, anche perché ai tempi non venivano sterilizzati gli animali e i gatti maschi avevano la brutta abitudine di segnare il territorio e puzzare TANTO...

quasi tutti sono stati con noi pochi anni, i gatti maschi spesso sparivano con il primo "amore", inseguendo l'odore di una femmina prendevano la via e... non tornavano più...

la ferrovia da un lato di casa e la strada dall'altro hanno falcidiato molti dei miei mici... e poi questa cosa del non sterilizzarli... le gravidanze, le malattie più facili... insomma, i mici avevano spesso vita breve.

eppure li ricordo quasi tutti senza problemi, di ognuno di loro ricordo carattere e affettuosità più o meno sviluppata... ricordo come io interagivo con loro... per me i felini hanno sempre avuto una grandissima importanza.

Fufina fu anche "utile" per garantirmi un bel voto a scuola. mica cosa da poco!

in verità non era la nostra gatta: viveva nel garage dei vicini di casa. la loro mamma non voleva animali in casa. non so se avesse proprio una fobia o se fosse semplicemente una maniaca dell'ordine per cui il pelo non era elemento contemplabile.
fatto sta che questa gattina di pochi mesi viveva nel garage, ma non era d'accordo con le decisioni umane.
per cui un sabato mattina riuscì a sgattaiolare fuori e fuggire.
non sappiamo come accadde...
noi sappiamo che all'ora di pranzo mio padre suonò il campanello e noi - sapendo che si trattava di lui - gli aprimmo senza verificare chi fosse (apriporta per il portone giù e porta di casa spalancata al piano).
lui nell'aprire il portone di casa vide sgusciare tra le sue gambe una "roba" che corse filato su per le scale e vista la porta di casa aperta, ci si infilò, prese la via della cucina e si sistemò sulla sedia a dondolo che era davanti alla finestra della cucina.
e lì rimase! credo che per tutto il giorno non ci permise nemmeno di toccarla: se ci avvicinavamo soffiava e ringhiava (qualcosa come mezzo chilo di pelo e orecchie che soffia mentre sta seduta comoda in una sedia a dondolo può essere meraviglioso).

mio padre era quello di "basta gatti in questa casa", gli altri abitanti di casa, i miei fratelli, mia madre ed io eravamo del partito "gli animali non sono mai abbastanza", ma Fufina non ci diede modo di scegliere... scelse lei e basta.

una storia così, in quinta elementare è ottimo materiale per il classico compito del lunedì "cosa hai fatto nel fine settimana? (ricordati che non devi scrivere "ho mangiato, ho dormito"... ma devi raccontare bene cosa hai fatto)

i fine settimana erano tutti uguali: il catechismo, la messa, il pranzo magari dai nonni... che vuoi che si facesse? e i temi del lunedì ricadevano spesso nella categoria "noia" che prendevano voti poco interessanti...
mentre Fufina mi permise di raccontare una vicenda interessante e ottenni un bel voto.

Fufina rimase con noi 2 o 3 anni e fece due gravidanze. non ricordo come "sparì", nel senso che non mi sembra di ricordarla morta, quindi probabilmente fa parte di quei gatti che ad un certo punto non sono più tornati a casa, triste finale di molte convivenze con gatti, come ho già detto più righe sopra.

la prima estate in collina con Fufina fu l'estate del topo mangia caramelle... si trattò di un episodio che gettò molta diffidenza tra noi bambini e creò un clima di ingiustizia notevole.
la nonna teneva in una stanza una ciotola piena di caramelle. noi potevamo mangiarle, ma dovevamo prima chiederle e nessuno di noi si è mai sognato di rubarne mezza.
ad un certo punto le caramelle cominciarono a sparire... e la nonna cominciò ad accusarci tutti e 4... ognuno di noi era sicuro della propria innocenza e sapere che uno degli altri stava mentendo fece scendere tra di noi un'aria davvero scomoda... ci si guardava male l'un l'altro, pensando che per colpa di uno di quei 3 lì, io non posso più mangiare una caramella!
poi di fianco alla ciotola delle caramelle cominciarono ad essere rinvenuti pezzettini di carta di caramelle. ecco! i bambini non farebbero a pezzi le carte, quindi magari non sono i bambini i colpevoli!
sollievo generale nella popolazione piccola di casa! allora non ci sono traditori tra di noi! siamo ingiustamente accusati!!
più il tempo passava e più le tracce erano evidenti... c'era un topo!
come fare? come prenderlo?
un giorno accadde che il topo fu colto sul fatto e la mamma e la nonna riuscirono a bloccarlo nella stanza, chiudendo ogni uscita.
ed ora? la nonna subito cassò l'idea di provare a mettere Fufina nella stanza: "è una gatta cresciuta in un garage, che ne sa di topi??" fu la frase che definì Fufina un gatto inutile...
invece la gatta della contadina vicina di casa, che si chiamava a sua volta Fufina (che fantasia eh?), lei si che sa catturare i topi!
si, certo! peccato che sia selvatica e inavvicinabile e non farà mai i 20 metri di "casa" dalla porta della cucina fino alla stanza in cui il topo è stato isolato.
quel giorno la mamma aveva comprato i nodini, piccoli pesciolini da cuocere fritti che per noi erano un piatto fantastico che si faceva pochissimo, perché erano assai costosi...
quel mezzo chilo di preziosi nodini fu... sprecato uno ad uno nel tentativo di fare avvicinare la Fufina selvatica al topo.
e intanto Fufina nostra veniva tenuta alla distanza, ma lei era di buon carattere e nonostante l'odore del pesce, non si era offesa della cosa... lei era curiosa di capire perché le porte sempre aperte all'improvviso fossero tenute chiuse. e, si sa, se una porta è chiusa, un gatto deve assolutamente passare dall'altra parte!
così ad un certo punto riuscì nell'impresa e si trovò nella stanza con il topo.
la nonna riaffermò la sua scetticità nei confronti di tale gatta.
la gatta se ne fregò dell'opinione della nonna e con 3 zampate afferrò il topino e se ne uscì dalla stanza tutta felice con la sua preda in bocca.
giocò con quel "coso" per 3 giorni e alla fine se lo mangiò anche... io ero nell'età in cui ero ancora curiosa di osservare queste schifezze della natura e passai 3 giorni ad ammirare le evoluzioni di Fufina con il cadaverino.
risultato: nessuna frittura a pranzo per noi bambini, peraltro ingiustamente accusati per giorni di essere ladri, e un improvviso affetto di mia nonna per la Fufina del garage che da "buona a niente" divenne invece "risorsa preziosa" per la casa e la famiglia.

la prima gravidanza di Fufina ci regalò 3 gattini. io ne ricordo benissimo una, la Pimpi, gli altri due no. ma scommetto che se metto sotto stress degnamente mia madre e la costringo a dirmi dove sono nascoste le foto del nostro passato, una fotografia di mamma Fufina con tutti e 3 dovrei tirarla fuori... peccato che mettere sotto stress mia madre sia una cosa impossibile...

ricordo Pimpi perché venne su in collina in estate in vacanza con noi e andò ad abitare nella casa della cugina di un'amica di quelle zone. la casa in pietra dove ho pensato di ambientare un racconto che sto scrivendo.

e nel racconto c'è protagonista anche una gatta, Sissi... che è esattamente Pimpi. mi è venuta così: sarà un racconto di fantasia, ma casa e gatta sono esistite. mi piace questo piccolo dettaglio inutile, ma che crea un legame con la realtà e con i miei ricordi.

la seconda gravidanza di Fufina portò nella nostra casa Nerino, un micio tutto nero con il pelo un po' lungo che stette con noi pochissimo... purtroppo nostro cugino ci raccontò di aver visto un vicino di casa buttarne il cadavere nel cassonetto dell'immondizia... vittima della strada...
mio fratello più piccolo era una cosa sola con quel gattino e ci rimase malissimo.

peraltro più o meno negli stessi tempi sparì Fufina... e una grande tristezza piombò su di noi.
non abbiamo mai avuto illusioni da parte dei nostri genitori sul concetto di morte degli animali.
e di questo sono molto grata: non ritengo abbia senso raccontare "balle", meglio la cruda realtà, meglio capire con un animale cosa significa distacco e morte, piuttosto di dover vivere poi un trauma quando la cosa si verifica con un parente, magari a cui eri pure affezionato.

quindi, quando i gatti sparivano, un po' speravamo nel loro ritorno, un po' li cercavamo, ma dall'altro lato, sapevamo anche cosa significava... e ci mancavano tantissimo!


Commenti

  1. Anche io sono cresciuta in una casa in cui i gatti sparivano, la casa di mia nonna. Ma per me è stato traumatico e ripensandoci provo un profondo schifo e ho anche segnalato mia nonna a un'associazione animalista perché continua a tenere i gatti in quel modo assurdo e fuori dal tempo. Non li sterilizza, non li porta mai dal veterinario e quando una gatta femmina fa i cuccioli li affoga in un secchio. C'è da dire che anche io sono cresciuta venendo maltrattata da mia nonna e da mia madre, figurati come due persone così possono trattare i gatti. I gatti malati venivano lasciati agonizzare in giardino e quando chiedevo che fine avesse fatto "il gatto tal dei tali" mi rispondevano "sarà finito sotto una macchina". Duravano sei mesi, massimo due anni. E sto parlando degli anni 90 e 2000. Anzi la vecchia continua a fare le stesse cose, solo che mentre prima i gatti erano sempre tra i cinque e i 12, ora sono solo tre o quattro. Mi sento in colpa di non averli salvati ma ero solo una bambina e venivo trattata peggio di loro. Chissà se questi dell'associazione animalista andranno a verificare. Io i gatti li adoro, i miei che ho avuto da adulta li ho sempre trattati come principini. Non ho mai conosciuto nessuno che tratti i gatti come fa mia nonna. È una donna schifosa con un posto assicurato all'inferno insieme a mia madre.

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