ricamo terapeutico

ognuno di noi, penso (spero), ha la propria valvola di sfogo, quell'attività che pratica per schiarirsi le idee, per rilassarsi, per ... per quel che ci pare e ci serve...

gli hobby servono a questo, no?

c'è chi corre, c'è chi fa yoga, c'è chi legge, c'è chi si dà alla falegnameria... ce n'è per ogni gusto, ovviamente.

le mie due grandissime valvole di sfogo sono la lettura ed il ricamo. ed ognuna di esse, mi rendo sempre più conto, ha la sua ragione di essere.

e me ne rendo conto quando per infinite ragioni una di esse viene a mancare.

per dire... tra fine maggio e inizio giugno, vuoi per il caldo, vuoi per una miriade di pensieri che scazzottavano nel mio cervello, ho mollato il ricamo. non mi andava più. non mi ci concentravo, non mi dava serenità, non "serviva al suo scopo" che è quello di rilassarmi e infondere positività ai miei pensieri.

e la "crisi da ricamo" è durata fino a più o meno una settimana fa.

il caldo continua, ma per fortuna il ricamo è tornato. perché? perché mi sono resa conto che più "non ricamavo", più certi tipi di pensieri si affacciavano nella mia mente. pensieri neri, vischiosi, cupi, negativi, di quelli che ti trascinano in un angolo e ti fanno sentire fin troppo (e fin troppo a torto) Calimero, piccolo, brutto e nero e inviso da tutti.

due fine settimana fa, in piena crisi antiricamo e preda della fiacca da caldo insopportabile, stesa nel letto a cercare di riprendermi, hanno cominciato ad assalirmi pensieri foschi e dubbi di vario tipo che culminavano più o meno in un "devi fartene una ragione, il mondo va così, tu sei così: se ti è sembrato che fosse diverso, non è vero, alla fine fa schifo tutto e pure tu non uscirai mai dal buco dove ti trovi. restaci e impara a viverci, che è meglio"
sono quei momenti in cui ti senti divisa in più parti che fanno "a botte" tra di loro: un pezzo di te si accanisce svilendoti, una particina invece cerca di urlare "non è giustoooo", un'altra ancora più piccina salta e batte i piedi dicendo che non è vero niente, che il mondo non è così nero, che sono pensieri sbagliati e bisogna smetterla di farli... ma con una voce così flebile da fare vagamente eco sotto i pensieri neri della parte più forte del momento.

rispetto a momenti del passato, devo ammettere di aver gestito un po' meglio del solito la mia piccola crisi di umore. sono riuscita a non caderci dentro con i piedi e tutto, come si suol dire, a lavorarci piano piano e a fare piccoli passi verso la positività che sono serviti per interrompere il flusso di nero che mi stava avvolgendo.

fatti i piccoli passi, chissà come mai, mi è anche tornata la voglia di ricamare. poca, pochissima... il primo giorno ho fatto al massimo una gugliata di crocette.
però era un'inversione di tendenza... il giorno dopo un po' di più e il fine settimana successivo, quello appena trascorso, mi sono trovata finalmente "dentro le crocette" nel modo giusto.

non significa ricamare tantissimo, ore ed ore, no. significa trarne il giusto beneficio.

sabato pomeriggio mi sono seduta su una sdraio nel cortile del bed and breakfast in cui mi trovavo, ho tirato fuori il mio ricamo e ho iniziato un'alternanza di un sorso di the verde e un po' di crocette che sarà durata un'oretta e avrà prodotto pochissimo in termini di lavoro ma sono uscita da quell'oretta estremamente rilassata.

ieri pomeriggio e in serata ho continuato a ricamare con la televisione e il ventilatore accesi. ogni tanto mi interrompevo per innaffiare le piante o per fare questo e quell'altro lavoretto, ma tornavo sempre al ricamo, con il desiderio di applicarmici e di vederlo crescere.

e a fine giornata la realizzazione che i pensieri vischiosi di 8 giorni prima erano spariti completamente. inghiottiti dai piccoli gesti positivi. il più grande dei quali è proprio il ricamo. almeno per me!

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