Comprensione


Ieri sera, tornata dal lavoro, come sempre mi sono fermata giù a casa di mia madre per il solito saluto. Tra una chiacchiera banale, il settaggio dello stereo che mandava Vivaldi a tutto spiano (ma con lequalizzatore impostato in "Rock") e qualche altra frivolezza inutile è finito che mi sono confidata con lei su una cosa che non pensavo le avrei detto tanto facilmente.


In verità da quando "sono diventata grande" con mia madre sono in grado di parlare di tantissime cose... potrei quasi dire tutto, ma in verità tutto non è vero. Però credo sia più che normale così, anzi, sentendo i rapporti che molte mie amiche hanno con la propria madre, io sono molto comunicativa con la mia. E ne sono felice.


Tornando in casa mia e ficcandomi sotto la doccia perchè avevo sudato come non mai in un negozio dove ho già trovato il riscaldamento a tutto spiano in un momento in cui fuori non è poi ancora così freddo, mi sono trovata a fare una riflessione sulla mia famiglia.


Tolto me, mi trovo con due genitori e due fratelli. E ho immaginato di poter fare la "confessione" (se così la vogliamo chiamare) con ogni familiare. Mia madre mi ha capita. E gli altri?


Risultato della mia riflessione:


uno potrebbe capire


uno non vorrebbe capire


uno non capirebbe un ca...o


La sera a cena ero a tu per tu con unamica che mi conosce bene e conosce abbastanza profondamente la mia famiglia. Le ho raccontato la mia riflessione... Risposta "li ho visti in fila uno per uno. Hai ragione!"


Ora, non so cosa ne farò di questo ragionamento nato così allimprovviso. Ma mi sono resa conto di conoscere abbastanza bene i confini dei rapporti con i miei familiari. E che per il momento 3 rapporti su 4 mi vanno bene così... il quarto... prima o poi scoppia... e se scoppiasse la mia vita potrebbe prendere qualunque direzione...


Commenti

  1. Ops...non ho capito molto, mi sa che dovrei leggere qualche post passato....

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  2. Credo che le famiglie siano tutte un po' così. Parlo delle famiglie da cui si proviene, ovvio.

    Non è detto che i vincoli di sangue bastino da soli a garantire un rapporto aperto ed intimo. Per la mia esperienza valgono molto di più le affini sensibilità, per cui ci si riesce ad aprire di più magari con un amico che non con un congiunto. E' dura doverlo ammettere, ma spesso è così.

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  3. @ lostris credo che questo sia uno di quei post ermetici che nemmeno chi mi conosce bene può capire completamente... mi sa che l'ho scritto più per me e per fermare un pensiero che mi volava nella mente, che per altre ragioni


    @ fully sono molto d'accordo con il tuo ragionamento. però, nonostante tutto, la famiglia è sempre la tua origine, il legame che dovrebbe durare oltre le incomprensioni e le liti. inoltre è nella famiglia che tu ti sei formato, nel bene e nel male. e spesso molti dei tuoi problemi di oggi trovano radici nei rapporti di ieri in famiglia. non tutto, è evidente, ma molto.

    e così non mi rassegno a "non capire" e voglio andare a fondo alle cose. magari non serve a risolvere il problema, ma a capirlo si! e quando hai capito un problema lo hai già arginato e dimensionato... e così si cresce e si può anche (anche... si spera) migliorare :)

    poi se la famiglia ce l'hai ancora mooooooolto vicina (non ci abito, ma ci lavoro), a maggior ragione che certe relazioni possono essere problematiche...

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  4. l legame che dovrebbe durare oltre le incomprensioni e le liti. inoltre è nella famiglia che tu ti sei formato, nel bene e nel male. e spesso molti dei tuoi problemi di oggi trovano radici nei rapporti di ieri in famiglia. non tutto, è evidente, ma molto.



    condivido in pieno questo pezzo che hai scritto...A volte i nostri comportamenti dipendono da una vita vissuta in famiglia che ci hanno condizionato e ci condizionano anche a distanza di parecchi anni...


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  5. @ monika sono felice che tu condivida :)

    io aggiungo anche che sta in noi in quanto adulti riuscire a migliorarci oltre questi limiti. non è facile, ma è un obiettivo... almeno il mio

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  6. Sono d'accordo...la mia frase più pronunciata, soprattutto ultimamente è: "Eeeeh conosco fin troppo bene i miei polli" alla fine se ci si fa caso è un vero e proprio lavoro avere a che fare con i componenti della propria famiglia, ognuno va preso per il verso giusto e per farlo devi conoscerli non bene ma meglio di quanto loro non conoscano se stessi...è dura ragazzi! Certe volte mi rendo conto che parlando con uno o con l'altro ci sono nette differenze di pensiero nonostante l'unione forte ed il pesante vissuto insieme che per certi versi ti avvicina e per altri ti allontana perchè dipende sempre da come reagisce ognuno...comunque mi accorgo ogni giorno di più, con il tempo che passa ed i problemi che incombono costantemente che è più difficile parlarsi e soprattutto noto una certa difficoltà ad ascoltare l'altro! Io spesso ascolto e ascolto e ascolto poi quando parlo io...=___= fanno finta d'ascoltare e poi ripartono a parlare delle loro cose oppure mentre parlo m'interrompono con altri argomenti... E sta cosa mi manda in bestia, soprattutto i genitori che con l'andare del tempo ti ascoltano davvero sempre meno..male...mooooolto male!!

    Grazie per il tuo mess, se vanno avanti così mi sa che non campano a lungo! ^__^

    Siao!

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  7. Un dubbio: ma per amare ed essere amati è proprio necessario capire ed esser capiti?

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  8. @ fully io non ho messo in dubbio il fatto di essere amata in famiglia e non ho affrontato il discorso se io ami o meno i miei familiari.

    sto soltanto parlando della loro capacità di mettersi lì e comprendere ciò che chi è davanti a loro sta cercando di comunicare... direi che sono cose molto differenti.

    In questo momento della mia vita sto tirando fuori una notevole rabbia nei confronti di una persona della mia famiglia. non vuol dire che questa non mi ami o che io non ami lei, ma nell'elaborare personalmente certi suoi atteggiamenti, mi viene fuori la ribellione che non ho mai avuto il coraggio di porgli davanti quando era ora.

    è in questo contesto che penso alla sua capacità di capirmi... non nel dubbio di essere amata o no.

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