come si fa?

si, lo so, sono mesi e mesi che non scrivo niente in queste pagine.

il fatto è che di cose ne sono accadute tante. forse anche troppe. e parlarne non è difficile... è difficile scriverne.

che scrivi? che racconti?? è da tanto tempo che ho smesso di raccontare cose davvero mie qui nel blog, sempre che lo abbia mai fatto davvero, perché rileggendo certe pagine io stessa mi chiedo cosa mi passasse per la testa il giorno in cui le ho scritte... quindi è chiaro che ho tenuto sempre gli argomenti così "sul vago" da non essere perfettamente chiari a nessuno, con il tempo nemmeno a me.

e poi c'è pure la tastiera del mio pc che è odiosa... no, dai, non è la tastiera... è solo quella MALEDETTA barra spaziatrice che funziona 1 volta si e 9 no... e che mi fa tornare indietro a correggere tutto ciò che scrivo ogni santa volta (sia chiaro, visto che ora la sto ufficialmente maledicendo... in questo paragrafo ogni spazio è venuto al momento giusto... ovvio). tutto questo dover correggere mi fa passare tanta voglia di scrivere cose... ma tanta...
ed è un portatile, quindi non mi basta "cambiare tastiera".

comunque... oggi è esattamente un mese e un giorno da che mi hanno aperta, hanno guardato dentro, tolto il marcio che ci hanno trovato, rimestato un po' di qua e di là per appurare che di marcio non ci fosse altro e ricucita.
per la mia famiglia il 27 marzo è una data fonte di stress: loro hanno passato ore ad attendere per sapere che mi stava accadendo.
per me è stato il giorno in cui per 12 ore ho dormito così bene da ricordare di aver chiuso gli occhi e poi averli riaperti. niente nel mezzo, niente di niente di niente... solo molto dolore alle braccia dopo (12 ore nella posizione di Cristo in croce, pur se da sdraiata, sono tantinelle) e un senso di odio per quel coso che avevo in gola e che... tempo credo massimo 3 minuti ho vomitato di brutto: il sondino nasogastrico... non mettetemi niente in gola da sveglia che non lo sopporto. da addormentata potete fare di me ciò che vi pare... ma da sveglia no.

oggi è anche il giorno in cui dopo più di un mese ho ripreso a guidare e mi sono sentita felice di riguadagnare un po' di indipendenza.
per una che da quando dalla quarta elementare va a scuola da sola e da che ha avuto la patente si è "portata" da sola ovunque le necessitasse... dover dipendere dal tempo libero e dalla disponibilità altrui per molti giorni (togliamo da questo conto i 17 di ospedale... in quei giorni non avevo bisogno di andare in giro... tranne il "bellissimo" - ne ho ancora gli incubi a pensarci - giro in ambulanza per una Ancona piena di buche poche ore prima della dimissione per andare a fare il consulto con l'oncologa...)...

ma se dovessi raccontare tutto dovrei davvero andare indietro di qualche mese, perché, volendo, i guai con la G più grande sono iniziati l'11 febbraio, con un ciclo ben più devastante dei precedenti e che mi ha portato ad una corsa al pronto soccorso e la trasfusione di 2 sacche di sangue una decina di giorni dopo... e da lì a seguire esami, analisi e infine il ricovero con l'intervento...

e ora? ora sono senza un sacco di cose "mie" e con un programmino niente male per il futuro...

per il momento devo solo aspettare che una parte del taglio che mi hanno fatto si rimargini da solo, perché i punti non hanno tenuto... quindi sono da un mese con cerotti e bende nel sottopancia (prima arrivavano fin sotto lo sterno)... cambiate più o meno ogni giorno... con tanta irritazione da parte della mia pelle che non sopporta più tutti questi strappi di cerotti e non tollera proprio i materiali del bendaggio...

poi... poi la chemio, perché quel che mi hanno tolto porta il nome di "carcinoma" (e qualcos'altro... paroloni scientifici che leggo e dimentico ancor prima di arrivare all'ultima lettera: il mio cervello si rifiuta di imparare i termini tecnici, come se ciò riducesse un pochino "la paura" di ciò che si nasconde dietro le parole in questione).
è un trattamento "preventivo", per essere sicuri che tutto sia a posto, anche se sembra che mi abbiano davvero tolto tutto ciò che doveva essere tolto... ma intanto è da fare e certo non sarà una passeggiata...

non è neanche il trattamento peggiore tra quelli che curano le varie forme di malattia che si raggruppano dietro la parola tanto odiata: cancro. dicono i medici che sia ben tollerata, un trattamento ogni 3 settimane, per 6 volte. e se tutto va bene finisce lì, salvo i controlli del caso.

tutti attorno a me sono preoccupatissimi, improvvisamente tanta gente mi chiama, mi chiede come sto, mi fa arrivare regali e regalini... 

e io sono anche un po' allibita.
prima di tutto perché sembra davvero che io sia a cuore a molte persone. e ciò fa piacere, assolutamente. ma come troppo spesso accade... te ne accorgi quando è un momento difficile e non quando tutto va bene e così rimani spiazzata...
e poi perché sono più preoccupati loro di me... 

sia chiaro, so benissimo cosa avevo in corpo e cosa comporta tutto questo...
ma il susseguirsi degli eventi è stato tale che non ho avuto modo di spaventarmene davvero.

e quando è arrivato il responso istologico che diceva quel che in fondo io avevo già capito, anche se dargli un nome rendeva più "definitiva e concreta" la situazione... dopo 5 minuti di "ok, adesso che faccio? piango, mi dispero?" ho realizzato che l'incertezza o la demoralizzazione non servono a niente e stabilito che continuerò ad affrontare le cose una alla volta, mano a mano che si affacciano e continuerò a ridere e scherzare come prima...

che tanto abbattersi non serve a niente, tanto meno a me... è il momento di rimanere allegra e di buon umore e darsi la carica...

perché è bello se tutte queste persone attorno a me si preoccupano, mi chiamano, mi chiedono notizie e cercano di far sentire vicina la loro presenza...
ma se non sono io a tirare fuori le palle, hai voglia tu!

quindi va così... non so se scriverò o no di questo qui nel blog... non so quanta voglia ne avrò tra 5 minuti, tra una settimana, tra qualche mese...

ma questo è ciò che sto affrontando... ed è un po' anche la ragione del silenzio di questi mesi: un po' la spossatezza (soprattutto prima, ai tempi della trasfusione) e un po' la difficoltà a trovare le parole per dire ciò che mi sta passando per la testa...

Commenti

  1. Non è facile essere amici nei momenti di difficoltà, con me sono scappati in tanti anche se la difficoltà non era certo come la tua.
    Scrivi se e quello che ti va di scrivere, quello che vuoi che gli altri sappiano, tanto lo scopo del blog è quello. Per il resto, c'è il telefono e il vis à vis.
    Roberta

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari