E anche il micione...

 


Questa volta è stata proprio una discreta botta emozionale.


Niente pianti, niente di tutto ciò... E non è neanche una sorpresa: insomma, il micione Rommell aveva la tenera età di 20 anni ed era un vecchietto "indarlito" (gergo romagnolo, come tradurlo? vecchio bacucco intontito dagli anni...) già da molto tempo. Si sapeva che un giorno o l'altro...


C'è una diatriba sulla sua vera età: mio fratello afferma che siano 21 gli anni, io ricordo benissimo che era il Natale del '93 quando fece il suo ingresso in casa, bello come un principino e con il carattere degno di un principe!


Un micio con già tutta una serie di pretese che si sono infrante subito: un palese sogno di essere "gatto unico" e arriva in una casa dove c'era già una padrona felina, Micia, che però era una gatta di gran cuore e dal canto suo ci ha messo meno di 24 ore ad accettare il nuovo arrivato.


Poi però, via via, negli anni ogni tanto arrivava un nuovo gatto e ogni volta Rommell tirava fuori un cipiglio e uno sdegno degni di nota. "non basto io??" sembrava dire.


La prima ad arrivare dopo di lui fu Leila e negli anni tra di loro si è creato un gran legame. Con i gatti successivi col cavolo! Tutti intrusi!! Le ultime volte poi... divertentissime le scene da "oh, no! un altro ancora? stupidi umani!" e via ad andarsene dalla stanza per protesta palese.


Una delle pretese da gattino che aveva e che per 20 anni ha cercato di farci capire, ma noi - stupidi umani - non sapevamo servirlo a dovere in questo, era l'essere guardato mangiare. Mi svegliava alle 4 di notte, quando vivevamo insieme e provava a trascinarmi alla ciotola per guardarlo mangiare, ma io mi rifiutavo e quando capivo quale era l'esigenza tornavo a dormire.


In vecchiaia ce l'ha fatta... dovevamo stare lì ad assistere al suo pasto per evitare che gli altri lo mandassero via per servirsi per primi e sbaffarsi tutto...


Allergico da sempre alla spazzola, risolvevamo con la tosatura estiva che serviva a farlo sentire più fresco e a portare via in un colpo solo tutti i nodi che gli si formavano inevitabilmente nel pelo. Da due estati non osavamo più... la pelle anziana cedeva e rendeva complicata la tosatura che era diventata una tortura. Con il risultato che il bel micione era diventato una roba tutta piena di nodi che raramente accettava di farsi tagliare... l'indipendenza esige anche qualche disagio: meglio i nodi!


 


Leila se ne è andata l'8 giugno e da quel giorno sembra che il micione avesse deciso di lasciarsi andare: la sua presenza non era più necessaria, non c'era più la compagna di 16 anni di vita felina, non era più il cavaliere di nessuna gatta, ha lasciato che vecchiaia e malattia prendessero il sopravvento.


La debacle è stata tutta in poche ore, in verità. Lunedì ha rifiutato di mangiare, a sera era un po' più intontito del solito e martedì è stato l'ultimo giorno. Abbiamo chiamato il veterinario per tempo E alla fine è servito solo per evitare una brutta agonia.


Nonostante la velocità temporale, per me la cosa è stata alquanto impegnativa, emozionalmente parlando, più che altro perché stavolta la sofferenza era palese e visibile: tanto sangue, il micio che si lamentava. E quando è stato il momento del veterinario sembrava quasi che lottasse contro la morte, miagolando ad ogni sussulto e respiro. 


Tanto che mi sono sentita di dovermi avvicinare, dargli una carezza sulla testa e dirgli due paroline. Coincidenza o no, al mio tocco e alle mie parole ha smesso di lamentarsi e un secondo dopo... è andato.


Io sono quella che ha sempre paura di non sapere cosa fare, di non sapere intervenire nei momenti di necessità. E mi sono stupita di me per un gesto così banale, ma per me forte, tanto da pensarci tutta la notte.


La velocità e l'impatto della partenza del gattone è stata tale che non mi sono subito messa a scrivere qui.


Anzi, per un attimo ho pensato "eccheccavoli! sul mio blog scrivo solo di gatti morti e di amarcord dell'infanzia... basta!".


Quando un animale vive così tanto tempo con te, 20 anni!, lascia inevitabilmente un vuoto incredibile. Già con Leila era difficile ora anche lui. 


Saranno due che sul bilancio dei croccantini non faranno sentire molto la loro assenza, mangiavano talmente poco, ma passare da 8 a 6 si nota, oh se si nota!


Chi è improvvisamente cambiato è Horatio. Quando il veterinario venne per Leila, lui, incurante di cosa stesse facendo il suo dottore, passò il tempo con il naso nella sua borsa ad annusarne tutto il contenuto con interesse, come al solito.


Questa volta no, questa volta ha osservato tutto da una breve distanza, molto attento, fermo e serio. E poi è diventato incredibilmente dolce con mia madre e addirittura con gli altri gatti. L'ho scoperto baciare e sleccazzare Morgan! Con conseguente disagio da parte del Bastardo, abituato a tutt'altro genere di trattamenti da Horatio di solito.


Adesso in casa dei miei sento frasi del tipo "basta gatti!". Non è una novità. E' una frase ricorrente... 


Tanto che 20 anni fa per far entrare Rommell in casa dovemmo trovare lo stratagemma di farlo regalarlo a mio padre dalla allora ragazzina di mio fratello per essere sicuri che non ci sarebbe stato un rifiuto 


Quindi... quanto durerà questo ritornello? Sinceramente, analizzando la cosa con tanta razionalità e ragionevolezza, spero davvero che si aspetti almeno un annetto... Ci sono cose nell'immediato futuro dei miei genitori che si gestirebbero meglio senza la presenza di un gattino... spero di farlo capire a chi ha già progetti da un mese in merito...


 

Commenti

  1. vabbè, mo l'emozione me l'hai scaricata tutta su di me!!!
    piango come un bambino, sarà che conosco ste scene e ogni volta le rivivo!
    grazie comunque per questo strazio emozionale
    dicono faccia bene al cuore..
    speriamo!

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  2.  Sette, numero perfetto...magari su?
    Roberta

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  3.  su di gatti ce ne sono già più che a sufficienza! 3 + 1 che da che è stato agli ultimi arresti non disdegna salire per verificare che tutto sia ok e + 1 che non sale, ma che è comunque "a carico"... 
    non sarà perfetto 5, ma è un numero di per sè fin troppo elevato 

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