elucubrazioni... dell'amicizia e dell'ansia... due cose diverse, ma in qualche modo accomunate

c'è qualcosa di cui vorrei parlare da tempo, ma quando mi vengono "ben formate in testa le parole"... di solito è notte fonda e il concetto è alquanto esteso, quindi non da affrontare con la app del cellulare, che è strapiena di limiti.

vorrei scriverlo mentre sono al pc, come oggi... ma chissà se le idee mi seguiranno disciplinate e brave brave, portando alla memoria tutto il ragionamento che avevo fatto tempo fa.

io ho una pessima abitudine. rimuginare. ormai ho imparato a farlo il meno possibile, ma evidentemente è parte essenziale del mio essere e non riesco ad eliminare questa cosa completamente.

questo ti porta a pensare e ripensare e strapensare lo stesso argomento/pensiero/problema fino allo sfinimento.

ogni tanto torno immancabilmente su episodi del mio passato che in qualche modo vedo come fallimenti e comincio a chiedermi in cosa ho sbagliato, dove potevo fare meglio e via dicendo.

non molti giorni fa pensavo ad amicizie perse in determinati periodi della mia vita, anche perché l'argomento era saltato fuori in un incontro tra amiche e quindi era nuovamente "fresco".

le amicizie vanno e vengono. io so di non essere eccelsa nel coltivarle. ho avuto un passato da solitaria che non è mai andato via completamente dalla mia anima.
ci sono stati momenti della mia vita, anni e anni, non settimane, in cui se pensavo "adesso chiamo qualcuno per fare 4 chiacchiere", non c'era nessuno da chiamare. solo conoscenze, nessuna vera amicizia su cui contare.

non mi piango addosso, non è colpa del mondo, è un processo mio personale che mi ha portato a scegliere la solitudine e piano piano ad uscirne.

ma anche prima di quegli anni, non ho mai avuto amicizie a iosa. sempre poche persone.

sicuramente ora è il momento in cui io sono più aperta ed espansiva, ma... i difetti di gioventù non te li scrolli di dosso in 2 minuti. sono parte di te, puoi combatterli, puoi cercare di cambiare un po' alla volta e mantenere una certa via... ma non riesci a deviare completamente da ciò che sei.

io ad esempio sono una che ... combatte poco.
soprattutto in determinati momenti della mia vita, poi, ho scientemente scelto di non combattere, di non affrontare le persone.
per affrontare le persone e potenzialmente fare una litigata, ci vuole forza mentale e psicologica non indifferente.

 uno di questi episodi di "perdita di amicizie" è capitato più o meno 2 anni fa. e in queste sere pensavo al mio stato d'animo del 2015.
ero "tra color che sono sospesi" quando accaddero fatti tra me e la persona in questione (forse non sono i fatti salienti che hanno portato alla fine dell'amicizia... in verità le cose, la "fine", si è dipanata nell'arco di un paio di anni. le cose non finiscono all'improvviso, ovviamente, ma penso - ritengo, chissà se a ragione - che in quei giorni ci siano stati momenti "clou", ecco). avevo appena finito la radioterapia e ne stavo subendo gli effetti collaterali decisamente poco simpatici all'intestino e non solo.
non sapevo se ero guarita o no, non si capiva, dopo una tac a maggio, fatta 2 mesi dopo la radioterapia, fui "rimandata ad agosto", perché appunto ciò che si vedeva poteva essere tutto e niente...
questo agiva sul mio spirito in modo molto forte. mi sono chiusa in me stessa non poco in quei mesi, limitando alle persone più intime i miei rapporti. per dire, ricordo di non aver aperto la posta elettronica per almeno 3 mesi... da aprile a giugno inoltrato.
a luglio, quando la aprii ormai la capienza dello spazio web era al limite e passai giorni, anche per far scorrere il tempo, a buttare via email, un po' alla volta... pagine e pagine di email mai lette, mai aperte, cose stupide e chi lo sa, forse pure cose importanti... non lo so... non mi interessava. non volevo contatti con il mondo.

insomma, da gennaio a settembre 2015 io ero in una bolla di panico, peraltro pure a ragione, visto che a settembre arrivò la sentenza più brutta: la malattia c'è ancora... ti dobbiamo operare... e - allora non lo sapevo - si apriva davanti a me il futuro che oggi è il mio presente... una realtà che se l'avessi conosciuta a priori, non avrei pensato che avrei potuto affrontare e vivere, forse non a mille, ma quasi come fosse normale.

e in quei momenti lì, davanti alla prospettiva di affrontare una persona per chiarirmi... decisi di non farlo. non ero padrona di me stessa. non ero sicura di sapere o non sapere affrontare un'eventuale discussione (chissà, magari non sarebbe nemmeno avvenuta... ma io non volevo nemmeno considerare l'eventualità. punto), quindi silenzio.

e ciò ha portato la persona a decidere di chiudere i ponti con me.

non è l'unico episodio della mia vita che si è svolto più o meno in questi termini. ce ne sono stati altri. ce ne saranno altri, chissà, non è da escludere.

ma come ho detto prima, sono tornata a pensarci perché se ne è parlato con amiche. e ciò mi ha portato a rivivere un po' l'ansia di quei giorni.

e siccome da 2 o 3 giorni ho "l'ansia da tac" (ai primi di settembre avrò la tac di controllo, quella che sentenzierà "sei ancora sana, ci vediamo tra altri 2 mesi" oppure "bingo, è tornato... si balla di nuovo", eventualità che non voglio nemmeno prendere in considerazione e mi fa agitare da 3 giorni a questa parte)... sono finita per paragonare i due momenti.
imparagonabili. all'epoca me la facevo davvero sotto. ho avuto più paura solo la notte prima dell'intervento, quando temevo di non svegliarmi mai più.

adesso sono in un limbo. può essere e non può essere, ma rispetto ad allora ho più probabilità per la seconda ipotesi rispetto ad allora... eppure avendomi già visitato indesiderato per ben 3 volte, il cancro... non riesco ad essere serena. a pensare solo positivo come tutti cercano di dirmi.

mi impegno a fare di tutto per non pensarci, ma non posso non pensarci.

e così finisce che ogni ragionamento, pure quello su fatti del passato... mi porti lì.

si, forse, anche se con parole differenti, sono riuscita a dire le cose che pensavo qualche notte fa. non so. sentivo il bisogno di scriverle.

Commenti

  1. Ciao Maria Elena da qualche tempo ti seguo in maniera silenziosa ma il tuo post di oggi mi"spinge" a scriverti sperando di non darti noia. Negli ultimi mesi,per problemi di salute risolvibili,ho frequentato ospedale e pronto soccorso della mia citta(Verona) ed ho visto tanta sofferenza in persone diverse a me sconosciute. Si fa presto a dirti-cerca di essere positiva- ed è giusto ma bisogna provare a vivere con l'angoscia,il dolore,l'incertezza..Io credo comunque tu abbia una forza straordinaria dentro di te e per il resto,affidati a Dio.
    Per i rapporti finiti,mai recuperati, di cose non dette,al contrario di te sono sempre stata una che non tiene a freno la lingua ma ti assicuro che i risultati del mio bla bla sono uguali ai tuoi perché tante persone vorrebbero solo sentirsi dire ciò che vogliono loro. E se un'amica nel momento del tuo bisogno non ha capito che avevi bisogno del tuo silenzio, della tua solitudine, beh allora non ti conosceva abbastanza o forse non ti meritava. Dopo la mia lunga disquisizione ti faccio i miei migliori auguri affinché tutto possa andarti bene. Ciao e grazie della pazienza

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    1. grazie per avermi detto la tua. ci tengo a sentire cosa pensa la gente. anche perché molte delle mie elucubrazioni nascono proprio dal fatto che... spesso penso troppo da sola ;)

      alla fine anche io sono giunta ai tuoi stessi ragionamenti, anzi, non alla fine, ci sono giunta quasi subito. però per natura finisco a ripensare alle cose e... ripensare... cosa spesso deleteria, ne sono consapevole, fa rimettere in gioco i ruoli.

      ma poi torno alla mia prima "ragione", per fortuna!!!

      ciao e spero tu abbia voglia di dire la tua anche altre volte

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  2. Non è vero che sei una che combatte poco. Sei una che sceglie per cosa combattere e per cosa no. E quando decidi che per "quella cosa" vale la pena combattere, la attacchi con le unghie e con i denti: un modo per prendertene cura.
    I periodi della vita non sono tutti uguali. Non si può essere sempre pronti a dare attenzioni a chi le chiede, non si può essere sempre disponibili, non si può avere sempre voglia-tempo-energie per curare amicizie e conoscenze. Non è essere una pessima amica o combattere poco per un rapporto, è avere una vita e decidere di essere al centro del proprio universo, perchè è necessario e non si può fare diversamente. Chiudersi, a volte, è un bisogno. E dall'altra parte o lo si capisce e lo si rispetta, o si viaggia altrove. O, se non si può essere di aiuto o di sostegno morale, si aspetta.
    E' da un po' che ci conosciamo. La distanza non permette di frequentarsi come si vorrebbe, o di conoscersi come si vorrebbe. Ma una cosa, di te, la so: che hai un cuore grande. Senza fronzoli, senza tante belle parole, senza pizzi e merletti, coi suoi pregi e coi suoi difetti, ma grande. Sei "tanta" dentro. Sei un universo. E in un cuore grande, tutta l'ansia del mondo per un percorso oncologico come il tuo ci sta eccome. E' la cosa più comprensibile che ci sia. Attendo con te in silenzio questa ulteriore passata di scanner, incrociando ancora zampe e code, umane e feline.
    Un abbraccio.

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    1. grazie! senza fronzoli (alla romagnola, insomma)
      <3

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