fonti di ispirazione

pochi giorni fa ho riletto un mio post di 5 anni fa, questo qui.

mi sono divertita a rileggermi e sul momento mi sono soffermata sulle parole che ho usato più che sul significato delle stesse.

ieri ero a fare una risonanza magnetica, la mia bestia nera! la prima volta, 3 anni fa, fuggii dopo esattamente 3 respiri nel tubo in cui ti inseriscono. panico puro.
2 anni fa grazie a mille accorgimenti, ma soprattutto alla gentilezza di chi era attorno a me (la prima volta di gentilezza non ne vidi nemmeno mezzo grammo), riuscii ad entrare e a rimanerci per tutto il tempo dovuto.
così, quando qualche giorno fa mi hanno detto "devi fare una risonanza magnetica", mica potevo tirarmi indietro, no? c'ero riuscita una volta...

beh, temevo di agitarmi, come la volta precedente, di arrivare al giorno X piena di timori e ansie di ogni tipo.
invece no!
sono arrivata lì calma, tranquilla, quasi a mio agio... e mi stupivo di me stessa.

c'è da dire che il personale di Lugo è stato estremamente gentile da subito (a Ravenna lo furono solo dopo che dissi che un anno prima ero scappata dal panico... bah! sarà che per me la gentilezza deve essere una cosa che si dà sempre. si diventa scortesi se chi è davanti a te lo è e ti fa impazzire, non lo si è per principio... vabbè).

mentre mi facevano sistemare sulla lettiga che poi entra nel tubo, sono stati molto carini, nonostante la posizione da tenere non fosse delle più agevoli: la risonanza doveva studiare un braccio, verso la spalla, quindi dovevo mettermi fuori centro, spostata da una parte, un braccio lungo il corpo con la mano sotto la coscia, l'altro in alto per fare spazio... mi sono sentita quasi in posta per il rifacimento della statua della libertà.
poi una volta trovata la "posa" giusta, mi hanno fasciata con un'armatura che mi arrivava fino alle labbra, insonorizzata con le solite cuffie, dato in mano il solito cicalino per chiamare in caso di necessità (nella mano che avevo sopra la testa) e inserito dentro il tubo.

appena è partito il movimento della lettiga ho chiuso gli occhi. qualcosa dalla volta scorsa ho imparato!
e li ho aperti solo quando mi hanno fatta uscire. il trucco funziona: non vedi le pareti, non ti agiti.

senza orologio, non ho la più pallida idea di quanto sia stata sotto. penso mezzora, ma è dura ad occhi chiusi e con rumori ridondanti nelle orecchie tutto il tempo, valutarne il trascorrere...

fatto sta che appena entrata la mia testa ha iniziato a tirare fuori "rimedi" contro l'agitazione nel caso dovesse venir fuori.

e cosa ha pensato? a lavoretti da creare. idee più o meno nuove, rivisitazioni di vecchie cose già fatte, ma in chiave differente.

non so se all'uscita da là me le sia ricordate tutte, però mi è venuto in mente di nuovo il post di cui parlavo sopra.

è incredibile i luoghi assurdi dove trovi le idee: sotto la doccia, dentro al tubo della risonanza magnetica..

guarda caso, tutti luoghi in cui non puoi prendere appunti, eh!

vabbè, se ne avrò dimenticato qualcuno non importa. per me l'importante è aver vinto una paura ed essere arrivata lì tranquilla ed esserne uscita senza alcun timore o agitazione.

comunque la prossima ispirazione non voglio averla nel tubo della risonanza, anche perché sogno sempre di non doverne fare mai più!!! ;-)


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