Pensieri di Natale


(per colpa di questo post, gli auguri sono finiti sotto... sorry)


Questo post è scritto con sotto fondo di Frank Sinatra che da unora abbondante mi sta facendo compagnia cantando di Natale in ogni modo (commerciale, sentimentale e religioso). Non metto musica nel mio blog perchè ho una personale repulsione alle musiche sulle pagine web... ma immaginatevela un po, perchè ci sta proprio...


Gironzolando nei pochi blog che ultimamente riesco a leggere (per mancanza di tempo) realizzo che la maggior parte di noi vive il Natale con lo spirito davvero a terra.


Diciamolo, sono lontani i Natali della nostra infanzia. Il mio Natale era attesa, festa, decorazioni, regali, famiglia...


Quando credevo a Babbo Natale, aspettavo con ansia che arrivasse. Programmavo appostamenti per vederlo arrivare, appostamenti che puntualmente andavano rovinati dalla stanchezza che vinceva sempre sul desiderio di vedere Babbo Natale. Tanto sapevo che sarebbe arrivato: non lo avrei visto, ma lui arrivava sempre.


Poi ho scoperto-capito che Babbo Natale erano i miei genitori, ma avevo un nuovo compito: mantenere il segreto per i fratellini più piccoli e inoltre ero stata promossa ad "aiutante di Babbo Natale". La sera di Natale il babbo prendeva i fratellini e si incamminava verso la chiesa, mentre la mamma ed io (con la scusa che le donne ci mettono sempre di più a prepararsi) rimanevamo indietro, facevamo in fretta i pacchi e li mettevamo sotto lalbero. Al rientro dalla messa di Natale, vedere la gioia dei fratellini mi riempiva di orgoglio perchè "io sapevo ed ero parte della cosa". Ovviamente prima di questo, nei giorni precedenti avevo trasformato la pianificazione degli appostamenti per vedere Babbo Natale in una scientifica indagine per tutto lappartamento per scoprire cosa i miei genitori mi avessero preso per Natale.


Mano a mano che i fratelli si facevano grandi e arrivavano a capire la verità dietro Babbo Natale, loperazione "scopriamo per tempo i regali" vedeva nuove reclute e le ricerche erano sempre più a tappeto.


Ma il Natale della mia infanzia non era solo regali: erano anche i grandi pranzi a casa della nonna, tutti insieme. Pranzi eterni, pieni di ogni ben di Dio che la cucina romagnola poteva esigere sulle tavole natalizie, che terminavano immancabilmente con almeno 2 vassoi di dolci natalizi di ogni tipo, tagliati in tanti tocchettini dalla zia mentre la mamma e la nonna si davano da fare a preparare il resto del pranzo. Diventando più grande io, passai ad essere la responsabile dei dolci io stessa... che onore!


Con gli occhi pieni del luccichio di regali, dolci e decorazioni, la festa era una festa e basta. Sentivo qualche eco delle questioni degli adulti, ma non mi riguardavano e quindi non mi colpivano in nessun modo.


Oggi i nonni non ci sono più: tra poco saranno 20 anni che non ci sono più... e questo significa che questo che arriva è il mio diciannovesimo Natale senza di loro. E unassenza che ancora sento, tanto che mentre ne scrivo mi si velano gli occhi di lacrime. Natale oggi non è più Natale di allora anche per questo.


E poi da allora sono improvvisamente finita a stare dalla parte dei grandi. Non sono più echi le questioni da adulti, ma sono le mie questioni. Col cavolo che gli attriti tra i componenti della famiglia si attutiscono grazie allinflusso delle feste. Come fai a "dimenticare" per un giorno che la tal persona si è permessa di fare certe cose a danno di tua madre e del suo futuro economico? Come fai a dimenticare le frasi stupide che laltra si permette di dire, sentenziando su cose che nemmeno sa? Come fai a dimenticare che gli altri hanno la brutta abitudine di dimenticarsi di te, anzi, no, di darti talmente per scontata che non cè nemmeno che tu sia avvisata degli avvenimenti delle feste?


E così il Natale si macchia di nevrosi varie... condite poi con la "tradizionale" corsa ai regali, perchè è obbligatorio farli, con i messaggi banali e invadenti che ti arrivano da televisione, radio, manifesti e giornali che ti incitano a sottolineare solamente laspetto economico della festa...


Questanno mi è stato augurato di passare delle buone feste.


Pochi giorni fa mi è stato detto che se sono buona è inutile che cerchi di nascondermi dietro atteggiamenti che non mi appartengono.


E io desidero solo tranquillità...


Così ho deciso che per quanto possibile cercherò di tenere davvero fuori dalle festività gli attriti. Io per prima. Avevo una rabbia crescente dentro di me per qualcosa che mi si stava facendo. Forse più che rabbia, delusione, perchè ti aspetti che la gente cambi e invece non cambia.


Ho avuto la mia soddisfazione ieri sera, quando finalmente si sono ricordati di me... Adesso lascerò stare. Passerò il mio Natale con la mia famiglia e Santo Stefano a casa di mio fratello... gli impegni che mi ero "organizzata" per Santo Stefano li "disdirò", così da poterci essere anche io alla festa della famiglia allargata. E non ci saranno storie...


Però, sarò buona, si, forse... ma la soddisfazione di "lo faccio giusto perchè siete voi" non me la tolgo... mi spiace, a Natale bisognrebbe essere più buoni, ma sono adulta... e non riesco a non essere almeno un pochino carogna...


Commenti

  1. Natale è anche questo, fare un po' di conti e di bilanci. Sentire l'assenza di chi non c'è più. A marzo ho avuto due grandi lutti, mia madre e la mia più cara amica. Oggi il pensiero è per loro, il cuore è una voragine da riempire. Non so come, forse ascoltando le emozioni altrui. Grazie.

    Auguri.

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  2. Hai realizzato un bel quadro dei sentimenti contrastanti che gli adulti vivono il giorno di Natale.. in me si scontrano ancora le aspettative con la realtà... i miei sogni, forse ancora legati ad un immaginario di bambina alla realtà. Anche io non sono capace di dimenticare, faccio finta di niente, per il famoso "buon per la pace", ma ho delle ferite che non riescono a rimarginarsi.. perchè in un modo o nell'altro ogni anno viene aggiunto del sale sopra. E fanno male. Sempre di più.. ma si fa finta di niente.. e si tira avanti.

    Ma ogni anno in Natale che è in me si affievolisce sempre più.. quest'anno, per la prima volta, non sono riuscita nemmeno ad andare alla Messa di Natale. E mi è mancata tanto! Ammiro la tua forza... un abbraccio e tanti auguri!!!

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  3. Non é certo questo il periodo giusto per leggere questo tuo post, ma siccome Natale per me é Natale nonostante la tristezza che mi accompagna per tutto il periodo delle festività, ho voluto leggerlo anche se un po' datato. Hai descritto così bene tutto, dall'infanzia ad oggi, che quasi mi pare d'averle scritte io queste righe. Anch'io nel periodo natalizio ho sentimenti contrastanti: da una parte i ricordi gioiosi del Natale d'altri tempi e dall'altra la tristezza per non poterlo festeggiare come un tempo e soprattutto con chi non c'é più come i miei nonni, i miei genitori ed un mio giovanissimo nipote cui ero straordinariamente legata. Il Natale di adesso lo sento come un obbligo a fare/ricevere regali di cui farei volentieri a meno; e a ricevere ospiti od accettare a mia volta inviti da persone che magari non vedo per tutto l'anno. Persone con cui non sento alcun feeling, persone che addirittura a volte disapprovo o che mi hanno ferito talmente che vorrei cancellarle dalla mia vita ma non posso. Mio marito mi dice che facendo come vorrei avrei il deserto intorno. Ma a che serve avere compagnia solo a Natale con gente con cui non hai nulla da condividere e nei confronti delle quali non riesci ad essere misericordioso come si dovrrebbe a Natale? Ogni anno mi dico: quest'anno per Natale non voglio stare con nessuno, magari vado all'estero così sono giustificata. Ma poi penso a mia sorella e mio cognato che hanno perso il figlio e a mia nipote che non ha più un fratello, costretti a passare il Natale solo con "amici", si fa per dire....., e allora mi assalgono i consueti mille dubbi se devo pensare una volta tanto a me o come dici tu essere buona. E finora sono stata buona, ma con l'animo colmo di malinconia e delusione, delusione anche di me stessa perché continuo a festeggiare il Natale come me lo impongono gli altri e non come vorrei farlo io. Sarò carogna anch'io?

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    1. Anna Maria il tuo commento qui mi ha dato l'occasione di rileggere ciò che ho scritto allora.

      e devo dirti... un po' in me la cosa è cambiata. un po', apparentemente solo un po', ma forse in modo profondo.

      purtroppo il Natale continua ad essere qualcosa di festeggiato come non vorrei: da allora ad oggi non è cambiata la questione... io sono sempre (eternamente) single e in quanto tale, passando le feste in famiglia, finisce che vado dove va la maggioranza. senza troppi diritti di veto essendo io una forte minoranza.

      ma da un altro punto di vista sono io ad essere cambiata: da diversi anni mi sono imposta di fare i regali "come piace a me". forse meno dispendiosi in termini economici, meno appariscenti, ma per me più soddisfacenti: biscotti e marmellate! il tutto fatto in casa.

      per me stessa significa un lavoro allucinante, ma divertente. farei certamente prima ad uscire, andare che so?, da Co.Import e comprare qualche cavolatella...
      mentre invece quasi tutti i fine settimana di dicembre li dedico alla mega lavorazione e arrivo sempre sul filo di lana distrutta e con un sacco di cose da completare...

      non so se sono davvero graditi a tutti questi miei regali homemade, ma a me sicuramente fa un gran piacere prepararli e mi mette di buon umore per tanti giorni.

      proprio ieri ho incontrato mio cugino con suo figlio, piccino picciò, che ancora non mi conosce bene (è la seconda volta che lo vedo e ha fatto un anno pochi giorni fa). mio cugino presentandomi al figlio gli ha detto "questa è la cugina meg, lei fa dei biscotti fantastici!!!".
      quindi almeno a qualcuno la cosa è gradita e non sai il piacere di sentirmi presentare così ad un pulcino di figlio!!!!

      con gli anni ho imparato un pochino ad accettare le cose che non posso cambiare e sto cercando in tanti piccoli modi di trasformare momenti che potrebbero essere di stress e attrito in modo da farmeli piacere il più possibile.

      non dico di esserci riuscita a pieno, ma rileggendo il mio stato d'animo di 7 anni fa, posso dire che ora la vivo un po' meglio di così. e mi sento anche soddisfatta di questo.

      quindi, Grazie!!!! Anna Maria, perché con il tuo rileggere un post del passato mi hai fatto fare questa riflessione su come sono cambiata :-)

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